Così come era stato già durante la dittatura, ma con il dovuto adeguarsi delle forme in era digitale pandemica, la società civile brasiliana invita a una grande mobilitazione online (nell’attesa di poterlo fare con corpi vivi – o dovremmo dire superstiti) per la richiesta dell’impeachment di Jair Bolsonaro.

Quella di  #impeachmentdebolsonarojá / #100millivespeloimpeachmentdebolsonaro, oggi domenica 24 gennaio vuole essere una storica mobilitazione digitale in difesa della democrazia, per registrare la pressione popolare nei confronti del presidente brasiiliano.

Il così chiamato D-Day brasiliano (Dia-D) prevede che i social network vengano massicciamente occupati da manifestazioni a favore dell’impeachment, specialmente attraverso degli audiovisivi. Durante la pandemia abbiamo visto il fenomeno delle lives (video al vivo) diffondersi in modo straordinario. Insieme all’ondata di speranza data dalla rimozione dell’incubo Trump negli Stati uniti, è nata quindi l’idea di invitare ognuno a donare un poco del proprio tempo, e delle proprie capacità, per procedere con la richiesta di impeachment di un altro “ignobile” presidente.

La mobilitazione è stata indetta dal movimento Ocupa MinC RJ e Reage Artista. Il primo è un gruppo di artisti, professionisti della cultura e società civile organizzata di Rio de Janeiro che da sempre si rifiuta di riconoscere il governo, mentre il secondo si definisce come un territorio libero per la riflessione e il dialogo sull’arte, le politiche pubbliche e la cultura. L’invito è a creare qualsiasi azione in diretta che possa essere posta in rete lasciando libero sfogo alla propria creatività e ad azioni più istituzionali/formali. Può essere una chat con la tua rete, può essere una conversazione online con un gruppo di amici, un’intervista, un musical dal vivo o un recital di poesia, ma può anche essere un semplice post, un meme, una storia. L’importante è che ciascuna di queste pubblicazioni registri in modo forte e chiaro la sua posizione a favore dell’impeachment di Bolsonaro. Si richiede inoltre di sottolineare il ruolo dell’attuale presidente della Camera dei deputati, Rodrigo Maia, in questa richiesta.

Dopo mesi di richieste di impeachment (ad aprile dello scorso anno erano 19, di cui valutata appena 1), la scorsa settimana – quando a Manaus mancava letteralmente l’ossigeno negli ospedali pubblici – alla ennesima richiesta di impeachment Maia ha avuto il cinismo di rispondere: «in questo momento, con così tante vite perse in Brasile e il drammatico caso di Manaus, penso che dovremmo concentrarci piuttosto su questo», quando tutti sanno che una delle principali cause degli effetti drammatici della pandemia in Brasile è esattamente l’assenza di gestione da parte del governo.

Ricordando che il Brasile continua tuttora senza piano di vaccinazioni, senza vaccino, con un militare incapace come ministro della sanità e un presidente che oltre a fare campagna contra vaccinazione una settimana prima della tragedia di Manaus aveva alzato la tassa di importazione sull’ossigeno. Attualmente le richieste di impeachment non ascoltate sono 60 si ritiene che una mobilitazione nazionale (e anche quella internazionale, dice il comunicato, è «benvenuta») per l’apertura immediata di un processo di impeachment possa in qualche modo creare una pressione in grado di forzare uno sblocco storico e sempre più necessario per il Brasile.

Le partecipazioni possono avvenire attraverso la condivisione nella pagina Facebook 100 mil LIVES pelo Impeachment de Bolsonaro, aperta a chiunque abbia o meno un profilo, di eventi, video, meme o volantini creati per promuovere le proprie azioni live, post in Instagram, twitter. video su Youtube e Tik tok. La pagina renderà visibile a tutti quello che insieme si sta mobilitando.

Tutte le “dimostrazioni” devono svolgersi tra le ore 10:00 e la mezzanotte del 24 gennaio (in Italia dalle 14.00 del 24 alle 4 del mattino del 25 gennaio) su qualsiasi piattaforma desiderata dall’utente, utilizzando per ogni azione gli hashtag #100MILLIVESPELOIMPEACHMENT#ACEITARODRIGOMAIA, #impeachmentdebolsonarojá.

 

 

L’augurio è che una gigantesca mobilitazione nelle reti possa creare importanti connessioni e dibattiti capaci di portare – quando finalmente sarà di nuovo possibile – a una massiccia mobilitazione popolare in presenza per le strade del Brasile. Inevitabile pensare allo storico movimento brasiliano Diretas Já che per un anno (1983-84) durante la dittatura reclamò per le strade brasiliane la ripresa dell’elezione diretta del Presidente della Repubblica per parte dei cittadini. Furono milioni di persone tra cui rappresentanti della società civile, artisti, intellettuali e partiti politici, mobilitati in manifestazioni e marce che, lentamente, portarono alle elezioni dirette del 1989. Quelle che sancirono l’effettiva fine (istituzionale) della dittatura militare brasiliana.