Bollette e affitti: gli aumenti più che un’ondata sono uno tsunami. «E io pago», direbbe il principe De Curtis. Ma di principi ce ne sono pochi e a pagare, o a non riuscire a farlo, saranno le persone normali. Secondo gli ultimi calcoli di Arera, l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, nel 2022 una famiglia-tipo spenderà circa 1.322 euro di luce. Nel 2021 erano 632. E sarebbe potuta andare peggio: con un intervento straordinario Arera ha posticipato il recupero delle somme dovute dagli utenti per la differenza tra prezzi preventivati e reali nel quarto trimestre dell’anno. Così gli aumenti elettrici saranno «solo» del 59%. Invece del 100%.

Cattive notizie anche sul fronte gas. Il prezzo nel mercato tutelato a novembre dovrebbe essere di 1,96 euro a metro cubo contro gli 1,14 euro di luglio. Si tratta ancora di una stima che i fornitori potranno usare per i consumi del mese in corso, poi a inizio novembre arriveranno costo ufficiale e ricalcolo dei conguagli.

Quasi scontato il parallelo aumento di chi non riuscirà a pagare le bollette. L’ultimo dato di Arera, di dicembre 2021, parla di 117mila utenti morosi. A fine anno si conosceranno i numeri del primo semestre 2022. «La morosità è limitata dagli aiuti del governo, estesi a chi ha un Isee fino a 12 mila euro e alle famiglie vulnerabili. Il bonus sociale oggi arriva a oltre tre milioni di famiglie, prima dell’automatismo avviato nel 2021 erano 700 mila», ha dichiarato il presidente dell’autorità Stefano Besseghini. Altro fattore di mitigazione è la possibilità di rateizzare i costi. Uno dei principali fornitori di energia fa sapere di aver ricevuto il doppio di richieste in 12 mesi.

Le mitigazioni però non bastano. «Sono avvelenata, lavoro 15 ore al giorno ma non riesco a stare dietro agli aumenti. L’ultima bolletta del gas è di 190 euro per due mesi. Prima pagavo 25/30 euro. Consumo poco e ho il bonus sociale. Per fortuna ho avuto la rateizzazione», dice Alessia Bongarzone. Fa l’operatrice socio-sanitaria al pronto soccorso del San Giovanni di Roma. È una madre sola con due figli. «L’affitto è passato da 900 a 958 euro. Per non parlare di quanto costa ormai la spesa. Ma come si fa a vivere così?», continua.

I dati di immobiliare.it aggiornati ad agosto 2022 dicono che nelle 10 città più grandi gli affitti medi mensili oscillano tra i 1.324 euro di Milano e i 604 euro di Genova. Nella capitale siamo sui 935 euro. Tra marzo-agosto 2021 e lo stesso periodo dell’anno in corso gli aumenti maggiori sono a Bologna (+15,5%), Milano (+12,6%) e Venezia (+12,3%). Nei giorni scorsi sui muri del capoluogo dell’Emilia-Romagna è comparso un annuncio in cui si offriva un posto sul divano del salotto a 350 euro. Proprio a Bologna in risposta al carovita un gruppo di precari e studenti ha realizzato ieri una nuova occupazione abitativa: «Casa vacante».

La situazione degli universitari è sempre più al limite. Sui dati di immobiliare.it il coordinamento Link ha calcolato che una stanza singola costa in media 439 euro, con aumenti pesantissimi rispetto al 2021. A Milano servono 620 euro (+20%), a Roma 465 (+9,3%), a Padova 458 (+42,2%), a Bologna 447 (+16,7%). Per non parlare dell’accesso agli studentati pubblici, base per la garanzia del diritto allo studio. «In Italia ci sono 40 mila posti letto a fronte di 421 mila fuorisede e quasi 2 milioni di studenti. Moltissimi aventi diritto restano esclusi. Vogliamo che gli edifici sfitti siano riconvertiti in studentati pubblici, che il canone concordato sia applicato in ogni città e che gli affitti brevi, 400mila in totale, siano regolamentati», sostiene Link. L’11 ottobre sarà in piazza con queste richieste.

Ieri è partita la campagna di Link e Unione inquilini contro gli sfratti e per affitti compatibili con i redditi popolari. Sono 150mila le famiglie che rischiano di finire per strada, mentre 650mila attendono una casa popolare. Le due organizzazioni chiedono anche interventi strutturali per ridurre le bollette e garantire l’autonomia energetica delle famiglie, tassando al 100% gli extra-profitti.

Il 5 novembre parteciperanno, con decine e decine di realtà, alla manifestazione nazionale «Contro le disuguaglianze e per la giustizia sociale e ambientale». Gli organizzatori denunciano: mentre aumentano i poveri e le persone sono stritolate dal carovita «tra marzo 2020 e novembre 2021 il valore dei patrimoni dei super-ricchi è cresciuto del 56%».