Un primo maggio che i sindacati prevedono «eccezionale e popolare»: più di 300 manifestazioni in tutta la Francia, lunedì, per una giornata che sarà la tredicesima di protesta degli ultimi tre mesi e mezzo, contro la riforma delle pensioni che alza l’età da 62 a 64 anni, e contro tutta una politica giudicata anti-sociale. La novità per l’ordine pubblico sarà il dispiegamento di droni un po’ dappertutto per controllare i cortei, mentre i Prefetti hanno dovuto fare marcia indietro sul ricorso alle leggi anti-terrorismo per limitare le proteste.

PER I SINDACATI, che sfileranno uniti – è la prima volta dal 2009 – con in testa la prossima segretaria Cfdt, Marylise Léon, accanto all’appena eletta Sophie Binet della Cgt, il primo maggio è una nuova tappa nella battaglia, non la fine del movimento di protesta, anche se ormai la legge sulle pensioni è passata (malamente, senza voto all’Assemblée nationale) e il governo prepara i decreti di applicazione per la sua entrata in vigore da settembre. Il presidente e il governo hanno dichiarato i «cento giorni» (fino al 14 luglio, festa nazionale) per riannodare il dialogo spezzato con i cittadini e per voltare pagina della lunga sequenza della riforma contestata. La Cgt, in particolare, ha già previsto di mantenere l’agitazione per i «cento giorni»: scioperi e proteste, con tagli di corrente tempestivi, che potrebbero colpire il Festival di Cannes e quello di Avignone, mentre fioriscono già gli slogan «senza ritiro (della riforma) no Giochi Olimpici», una minaccia per le Olimpiadi che si svolgeranno a Parigi nell’estate del 2024. Intanto, il prossimo appuntamento è il giudizio del Consiglio Costituzionale atteso il 3 maggio sulla seconda domanda di Rip (referendum) per bocciare la riforma delle pensioni: la prima richiesta di Rip, sempre presentata dalla sinistra, era stata respinta il 14 aprile scorso, mentre era stata approvata come costituzionale la legge sulle pensioni.

NELL’IMMEDIATO, ci sono i cacerolazos, i concerti di casseruole che stanno accompagnando come sfondo sonoro da una decina di giorni tutti gli spostamenti del presidente e dei ministri nel Paese (una forma di protesta che è nata in Francia nel XIX secolo ma che poi è stata ripresa in America latina, a cominciare dagli oppositori di Salvador Allende in Cile). Per Emmanuel Macron, «non c’è niente di peggio che lasciar coprire la voce dei progressisti dalle grida dei demagoghi», come ha scritto in una lettera ai militanti del suo partito, Renaissance. Ieri sera, la Cgt aveva previsto un concerto di fischietti e centinaia di «cartellini rossi» allo Stade de France, dove Macron ha assistito alla partita della finale della Coppa, tra due squadre di secondo piano, Nantes e Tolosa. Lo stadio «non è un gioco del circo alla romana», ha tagliato corto il portavoce del governo, Olivier Véran. Il Prefetto Laurent Nunes ha proibito la manifestazione alle porte dello stadio, evocando l’«ordine pubblico», ma poi ha sospeso il divieto. Macron ha limitato la messa in scena del «presidente che non ha paura del popolo in collera», partecipando a un incontro con i calciatori negli spogliatoi, e alla consegna della Coppa nella tribuna (e non sul campo, per timore di invasioni e proteste).

PRESIDENTE E GOVERNO, senza maggioranza al parlamento, cercano una strada per riaprire il dialogo con i sindacati, che, malgrado la sconfitta sulle pensioni, escono rafforzati dai mesi di protesta, con iscrizioni in aumento. L’unità sindacale potrebbe però incrinarsi nei prossimi mesi, quando il governo aprirà le discussioni sull’occupazione deigli anziani, sui salari, sulle carriere, sulla riconversione professionale, con i riformisti pronti a trattare.

IERI, L’AGENZIA di valutazione Fitch ha abbassato il voto della Francia, da AA a AA-, con prospettiva stabile (mentre Moody’s di recente ha confermato Aa2 e Standard&Poors si esprimerà a breve). Per Fitch, la Francia è in «un’impasse politica» a causa dei «movimenti sociali (a volte violenti)» che rappresentano «un rischio per il programma di riforme di Macron» e potrebbero «creare pressioni a favore di una politica di bilancio più espansionista». Il ministro dell’Economia, Bruno Le Maire, che ha giudicato un po’ troppo «pessimista» il giudizio di Fitch, ha subito assicurato che il governo «ristabilirà i conti pubblici» e abbasserà il debito – 3mila miliardi di euro – che con il ritorno dell’inflazione sta già costando alla Francia un rialzo dei tassi di interesse al 3%.

Il Rassemblement national rinuncia al tradizionale appuntamento sotto la statua di Giovanna d’Arco a Parigi per manifestare a Le Havre, la città di Edouard Philippe, ex primo ministro e probabile candidato alle presidenziali del 2027 del campo Macron.