Nuovo attacco nel cuore del Libano. Ieri pomeriggio l’aviazione israeliana ha colpito la cittadina di Ghaziyeh, cinque chilometri a sud di Sidone, 45 a sud di Beirut e 49 a nord del confine tra Libano e Israele.

«Abbiamo preso dei depositi di armi di Hezballah presso Sidone in risposta all’offensiva a mezzogiorno di un drone i cui resti sono stati ritrovati presso il lago di Tiberiade», ha scritto ieri un portavoce arabofono dell’esercito israeliano, Avichay Adraee su X. «Continueremo a rispondere con forza alle aggressioni di Hezbollah», ha continuato.

LA MILIZIA SCIITA non ha ancora rivendicato l’offensiva. Due gli attacchi a Ghaziyeh: uno nella zona industriale dove è stata colpita una compagnia di produzione di elettricità a diesel, la Infinite Power, una fabbrica di piastrelle e una di copertoni; il secondo, nelle vicinanze della centrale moschea al-Shahuri. Le fabbriche erano al momento chiuse e quindi non ci sono stati feriti accertati. Nella seconda esplosione invece almeno quattordici i feriti, tutti civili, tra cui quattro bambini.

Il proprietario della Infinite Power, danneggiata per la presenza di materiale altamente infiammabile, ha invitato i giornalisti dell’emittente locale al-Jadeed sul posto ad andare a controllare di persona se la sua fosse una compagnia di produzione di elettricità o un deposito di armi. I bombardamenti sono avvenuti a pochissima distanza dalla trafficatissima autostrada costiera che collega nord e sud del paese passando dalla capitale, nell’ora di punta di fine lavoro. Le municipalità della zona hanno annunciato nella serata di ieri la chiusura delle scuole per oggi.

Si tratta del quarto attacco dall’inizio dell’anno in pieno territorio libanese; le regole di ingaggio fino al 2 gennaio – quando l’ufficio di Hamas è stato colpito nella periferia sud di Beirut uccidendo il comandante Aruri e altri sei della milizia palestinese – avevano fatto in modo che il conflitto tra Israele e Hezbollah si limitasse a pochi chilometri dal confine da una parte e dall’altra. Negli ultimi dieci giorni, oltre a quello di ieri, altri due attacchi a Jadra, fra Sidone e Beirut, e Nabatiyeh, roccaforte e città simbolo di Hezbollah. Una ventina i morti, in maggior parte civili.

IL MINISTRO degli affari esteri libanese Bou Habib ha fatto appello alla comunità internazionale perché faccia «pressione su Israele affinché fermi gli i suoi tentativi provocatori di estendere la guerra e trascinarvici il Libano» e ha denunciato la minaccia per la stabilità del Libano e della regione. In serata sono continuati i bombardamenti anche nel sud del Libano – vicino Tiro, Marjayoun e altre zone al confine- e nel nord di Israele.

Gli scontri vanno ormai avanti senza tregua dall’8 ottobre, il giorno dopo l’attacco di Hamas. La nuova fase della guerra tra Israele e Hezbollah rischia seriamente di precipitare il Libano nel caos totale e il timore tra la gente è adesso più che mai giustificato.