L’annuncio di una parziale marcia indietro del governo sulle pensioni non ha fermato lo sciopero dei medici e dei veterinari. Per Aaroi-Emac, Fvm, Fassid e Cisl, le sigle dei sanitari che hanno proclamato la mobilitazione di ieri, l’astensione è stata un successo: «stimiamo che oggi siano saltati nove interventi chirurgici non urgenti su dieci» dichiarano. Anche il 90% delle macellazioni pre-natalizie sarebbe stato rinviato, soprattutto in Emilia-Romagna, Campania, Lombardia, Marche e Veneto. Una risposta alla lettera inviata ai prefetti «per precettarci» dal ministro della Salute denunciata dal segretario dei medici veterinari Aldo Grasselli. «I prefetti non hanno potuto fare altro che seguire le regole che erano previste» spiega. «A parte la caduta di stile, non è servito».

Lo sciopero intende «manifestare il proprio dissenso rispetto a una legge di bilancio che tradisce tutte le dichiarazioni che il governo di oggi e quelli di ieri si sono sprecati, in particolare da tre anni a questa parte, a declamare», fanno sapere i sindacati, secondo i quali lo smantellamento della sanità pubblica mira a aprire al business di quella privata.

Non è bastato a raffreddare il clima il compromesso proposto dal governo sulle pensioni dei medici. Dal testo della manovra, infatti, è scomparsa la decurtazione dei trattamenti di vecchiaia di sanitari, educatori e dipendenti comunali. «Una soluzione che non è una soluzione» la battezza Alessandro Vergallo, segretario dell’associazione di anestesisti e medici di pronto soccorso Aaroi-Emac, perché prevede in compenso un taglio alle pensioni anticipate definito «draconiano».

La terza data di sciopero in un mese poteva apparire indebolita dalla frammentazione delle sigle. Invece, la mobilitazione dei sanitari contro il governo della destra asociale si sta trasformando in una staffetta. «Senza confronto e senza novità sostanziali sulle richieste alla base delle nostre mobilitazioni, nel mese di gennaio proseguiremo con 48 ore di sciopero» dichiarano le sigle Anaao, Cimo-Fesmed e Nursind (infermieri) che si erano già fermate il 5 dicembre. Chi ha scioperato ieri non se lo fa dire due volte. «Diamo ancora più pronti a raddoppiare la protesta a gennaio anche noi – annuncia Vergallo – in coordinamento magari anche con loro come abbiamo fatto stavolta finché sia resa ancora più forte».