È durato una ventina di minuti appena, anziché i 90 previsti, l’incontro di ieri a Bamako tra la delegazione della Comunità economica degli stati dell’Africa occidentale (Cedeao) guidata dall’ex presidente nigeriano Goodluck Jonathan e la giunta militare che ha preso il potere in Mali lo scorso 18 agosto.

Segno evidente che la distanza tra le parti è aumentata, dopo le voci circolate in mattinata circa l’intenzione da parte degli ufficiali golpisti di creare un governo a guida e a netta maggioranza militare che porti il paese al voto dopo tre anni. Un periodo giudicato eccessivo dai capi di stato della regione, che domani dovrebbero riunirsi in videoconferenza per decidere eventuali sanzioni.

Il tentativo di mediazione tra la delegazione guidata da Jonathan finora avrebbe ottenuto solo la concessione degli arresti domiciliari per l’ormai ex presidente Keita. Alla guida del Comitato nazionale per la salvezza del popolo (Cnsp), l’organismo creato dai militari autori del golpe per gestire il potere, c’è il colonnello Assimi Goïta, che a soli 37 anni vanta già una solida esperienza sul terreno del conflitto che insanguina il nord e il centro del paese africano.