L’appuntamento è per domani, in un albergo sulla via Laurentina, periferia meridionale di Roma. In quella sede gli iscritti ai MeetUp, i forum online dai quali nacque il Movimento 5 Stelle, incontreranno consiglieri comunali e amministratori grillini. Difficile che compaia Virginia Raggi, ad un evento che si distingue per la sua eccezionalità: è la prima volta, di fatto, che gli eletti a Roma incontrano la base. Per di più, l’evento non si presenta con il marchio ufficiale del Movimento 5 Stelle. Ufficialmente, spiegano gli organizzatori, per dare l’idea del M5S delle origini, quello dei MeetUp appunto. Nei fatti, perché dai vertici non consentono facilmente l’uso del prezioso brand. Meglio dunque consegnare all’evento un’aria di informalità. I giornalisti non potranno entrare, anche se il tutto verrà trasmesso in streaming.

Le modalità dell’incontro sono ricalcate sul modello dei question time dei parlamentari al governo: qui le domande arrivano dagli elettori e risposte dagli eletti. La cosa ha creato divisioni e polemiche in un M5S romano non propriamente concorde, nonostante l’armistizio firmato a favore di webcam, solo qualche giorno fa tra la sindaca Virginia Raggi e la sua acerrima (ex) nemica interna, la candidata alla presidenza della Regione Lazio Roberta Lombardi. Alcuni attivisti considerano l’evento poco aperto alla discussione, puro momento di comunicazione. Per Massimiliano Morosini, consigliere in quel Municipio VIII caduto proprio per dissidi interni ai pentastellati, celebrare un evento aperto solo agli iscritti «significa creare una struttura di stampo partitico, in aperta antitesi a quanto sancito nel ‘non statuto’ del M5S: non più luoghi di partecipazione attiva ma circoli esclusivi dediti soltanto ai loro problemi interni».

Altri temono che sia occasione di regolamenti di conti. Per ogni risposta da parte degli eletti, infatti, i cittadini a 5 Stelle potranno sventolare un cartellino rosso oppure verde, in base a quanto la replica li avrà soddisfatti. «Da una parte ci sarà chi vorrà utilizzare l’evento per impallinare i portavoce comunali ed i presidenti municipali, dall’altra chi invece parteciperà per fornire supporto ai propri piccoli leader», prosegue Morosini.

Le domande sono ancora in corso di formulazione, ma molte di esse circolano già tra gli organizzatori, in un documento che abbiamo avuto modo di consultare. Alcune contengono critiche dure. Gli iscritti del Municipio I, quello del centro storico, ad esempio sollevano «i principi di trasparenza e partecipazione» e chiedono di adottare il modello torinese: «Semestre bianco a fine mandato (nessuna nomina, salvo obblighi di legge), audizioni aperte per chi si candida a ricoprire ruoli nelle società pubbliche con bilanci maggiori di 250.000 euro, prevalenza, a pari titoli, dell’età più giovane». Ancora più espliciti i grilllini del Municipio VII, che da piazza San Giovanni arriva fino ad Appia e Tuscolana: «Sindaca – chiedono – perché continua ad avere in Giunta alcuni assessori che non hanno nulla a che fare con le idee del Movimento e che spesso non si interfacciano con gli assessori municipali?». Qualcuno chiede conto del bando comunale che ha consentito ai soliti noti del commercio ambulante romano, che rispondono alla famiglia Tredicine, di accaparrarsi i banchi dell’Epifania a piazza Navona.

Solo qualche settimana fa, il M5S ha conquistato il municipio di Ostia. È stata una boccata d’aria per chi tiene le redini del comune, ma i problemi nelle assemblee municipali non sono finiti. Hanno lasciato il M5S due consiglieri al Municipio III e la maggioranza adesso barcolla. Si tratta del territorio lungo la via Nomentana dal quale proviene Roberta Lombardi. Qui è assessora alla sicurezza Giovanna Tadonio, moglie di Marcello De Vito, presidente del consiglio comunale grillino. E continuano le vicissitudini al municipio VIII: i dissidi che hanno condotto al commissariamento restano. «Nell’assemblea di mercoledì scorso abbiamo deciso che avremo una lista: sarà espressione del gruppo locale, starà a chi compete certificarla o meno…», spiegano sibillini. Dunque, ancora questioni di simbolo, anche se per giorni si era addirittura parlato di saltare un giro e non presentarsi alle prossime elezioni municipali.