Il sottosegretario Andrea Delmastro ci rifà. Intervistato, va giù come un panzer. «Il Pd dovrà spiegare il suo inchino ai mafiosi» attacca e non è che si fermi qui: il solito Pd ha anche «aiutato a farci inquadrare dal mirino dei terroristi». È colpa del Nazareno se a lui e al collega sottosegretario in via Arenula Andrea Ostellari, leghista, toccherà di essere protetti dalle scorte È la sinistra, sempre uguale: «Sembra quando parlava dei terroristi come di compagni che sbagliavano».

Si può capire perché allo stato maggiore del Pd saltino i nervi. Non solo confermano la richiesta di dimissioni di Delmastro e di Giovanni Donzelli, Fratello vicepresidente del Copasir. Annunciano querela e richiesta risarcimento danni, studiano la possibilità di portare la protesta più in alto di come non si può: sul Colle. Ritrova la parola persino Enrico Letta: «I nostri deputati sono sotto un continuo linciaggio da parte di deputati di Fratelli d’Italia che risponderanno di calunnie che non intaccano la nostra storica posizione a favore del 41 bis. Il capo del governo tace, quindi acconsente?». In fondo l’enigma è proprio questo.

Interrogata in merito durante la conferenza stampa di Berlino Giorgia Meloni glissa. Questione di galateo: siamo all’estero e non sarebbe elegante parlarne: «Me lo chieda domani». Vedremo se sarà di parola. Sottolinea in compenso la minaccia incombente: «Lo Stato italiano è oggetto di attacchi degli anarchici per rimuovere il carcere duro, a cui punta anche la mafia. Dobbiamo essere uniti contro le minacce».

C’è chi la descrive furibonda ma è molto difficile credere che il suo Delmastro avrebbe rilasciato l’intervista al tritolo se il suo capo assoluto gli avesse anche solo chiesto di moderare i toni. I fatti parlano da soli e dicono che la premier è del tutto d’accordo con uno degli attacchi più bassi e scorretti nella storia della Repubblica. Forse non con i toni striduli del suo protetto Giovanni Donzelli o con le esagerazioni del pupillo Andrea Delmastro ma sui contenuti di fondo senza dubbio sì.

Del resto non si tratta dell’iniziativa di due scalmanati ma di una manovra politica dell’intera FdI, impensabile senza l’approvazione della presidente. Il capogruppo alla Camera Tommaso Foti ha presentato ieri un’interrogazione innescata dalle «rivelazioni» del Fatto, secondo cui Alfredo Cospito avrebbe suggerito alla delegazione del Pd con quali detenuti parlare. In un Paese sano di mente non ci sarebbe nulla di strano.

È ovvio che l’anarchico, impegnato nella sua campagna contro il 41 bis, indichi ai parlamentari compagni di prigionia le cui vicende gli sembra possano portare acqua al suo mulino. Nell’Italia ubriaca di giustizialismo si tratterebbe invece di «un precedente gravissimo nel momento in cui parlamentari della Repubblica avessero effettivamente accondisceso alle richieste di un terrorista». Sic.

Non è l’unica manifestazione di un asse giustizialista che, intorno al caso Cospito, si sta saldando tra i Fratelli e l’area pentastellata. Ieri è stato nominato il giurì d’onore che dovrà giudicare la condotta di Donzelli. È composto da quattro deputati, il leghista Fabrizio Cecchetti, la forzista Annarita Patriarca, il renziano Roberto Giachetti e Alessandro Colucci, di Noi per l’Italia. A presiedere sarà il 5 Stelle Sergio Costa, con gran soddisfazione dei tricolori convinti, probabilmente non a torto, che sulla «estrema gravità» di quelle parole scambiate dalla delegazione Pd con i mafiosi il Movimento 5 Stelle la pensi come loro.

Ma se è chiaro che le intemerate di Donzelli e Delmastro rispondono a una strategia politica avallata o suggerita dalla leader, meno chiaro ne è lo scopo. Non è escluso che la leader abbia intravisto il rischio per la sua immagine insito nella vicenda Cospito e abbia deciso di rilanciare costringendo le voci che dall’interno del Pd criticavano l’inflessibilità nei confronti dell’anarchico ad ammutolirsi. Se così fosse avrebbe centrato il bersaglio: tra i coraggiosi del Nazareno nessuno osa più neanche un sussurro contro la scelta di confermare un regime di inutile carcere duro anche a costo della vita di Cospito.