Duecento detenuti ogni 100 posti. Neanche 3 metri quadrati di spazio a persona. Il tasso di sovraffollamento delle carceri italiane è salito al 130,4%, ben oltre il dato medio, già altissimo, del 120% rilevato negli ultimi anni.
Secondo i dati dell’Osservatorio Antigone, che quest’anno ha ispezionato 88 istituti penitenziari, in oltre 56 carceri si supera il 150% con punte di oltre il 200% negli istituti di Milano San Vittore maschile e Brescia Canton Mombello.

PER LA PRIMA VOLTA, a causa dei nuovi reati o dell’inasprimento delle pene introdotti dal governo Meloni, si registra il sovraffollamento persino negli Ipm, gli istituti penitenziari minorili, nella realtà molto distanti dalle narrazioni televisive: 555 ragazzi per 514 posti ufficiali. Più della metà dei reclusi sono di origine straniera, moltissimi i minori non accompagnati che avrebbero bisogno di altri tipi di accoglienza. «Molto alto, specialmente nei loro confronti, l’utilizzo di psicofarmaci, anche a causa dell’alto numero di presenze che rende più difficile la presa in carico individualizzata», scrive l’associazione.

LE CONDIZIONI in cui vivono detenuti e detenute nelle carceri italiane è plasticamente rappresentata da due dati in particolare: i ricorsi agli Uffici di Sorveglianza per condizioni di vita degradanti sono stati nel 2023 quasi diecimila, il 57,5% di queste è stato accolto; le persone che si sono tolte la vita in cella sono state finora 58, di cui 10 solo nel mese di luglio e 12 a giugno.

IL RAPPORTO ANTIGONE è stato presentato ieri mattina mentre la commissione Giustizia del Senato iniziava a votare il contestato decreto Nordio, prima chiamato «Svuota carceri» e ora «Carceri sicure». Una seduta animata tanto che in serata tutte le opposizioni hanno deciso di abbandonare i lavori della Commissione per protesta contro il governo che ha negato ogni possibilità di discussione. «È un decreto vuoto, che non affronta l’emergenza delle carceri, il dramma dei suicidi quotidiani, l’intollerabile sovraffollamento, la situazione dei bambini in carcere. Avevamo auspicato un confronto vero. Non ce la sentiamo di continuare a partecipare a questo simulacro di discussione e di condividere la responsabilità morale dell’inazione rispetto alla situazione drammatica delle nostre carceri», hanno dichiarato in una nota congiunta i capigruppo nella commissione Giustizia del Senato di Pd, Avs, M5s e Iv.

IL PROVVEDIMENTO però ha diviso pure la maggioranza: anche gli emendamenti di Forza Italia, non contraria alla proposta di legge di Roberto Giachetti sull’aumento dei giorni di sconto della pena per buona condotta (atteso entro giovedì in Aula e sul quale le opposizioni, tranne il M5s, hanno chiesto il voto segreto) sono state accantonate dagli alleati: prevedono misure deflattive puntano sulla semilibertà e i domiciliari.

AI 225 EMENDAMENTI presentati nei giorni scorsi dal centrosinistra, e non accolti, si sono aggiunte altre 10 proposte di modifica da parte del governo e 4 dai relatori (la leghista Giulia Bongiorno e Sergio Rastrelli di Fdi) che per l’opposizione ampliano il testo ma senza di fatto modificarlo. È stato però espunto dal testo la proposta sui Rems, cioè delle nuove strutture per persone con disabilità psichiche che hanno commesso reati, «a gestione mista, sanitaria per quanto riguarda l’assistenza delle persone ospitate, e giudiziaria per quanto attiene la sicurezza degli operatori e degli utenti, assicurata dalla polizia interforze». In pratica un ritorno degli Opg, gli ospedali psichiatrici giudiziari chiusi a fatica negli anni scorsi, che ha allarmato l’opposizione, a partire dalla senatrice di Avs Ilaria Cucchi, ma che non ha convinto neanche la maggioranza.

LA COMMISSIONE ha ancora tre sedute per discutere il testo ma il presidente dei senatori FI Maurizio Gasparri spinge per far arrivare il decreto in aula al più presto e preannuncia l’ennesimo ricorso al voto di fiducia da parte dell’esecutivo. L’emendamento proposto dal senatore, per far scontare la pena ai tossicodipendenti nelle comunità terapeutiche, anziché in carcere, potrebbe essere l’unico di Forza Italia a non essere oggetto di discussione.