Mentre ieri Mattarella, dalla cerimonia del Ventaglio, chiedeva «vera attenzione» per la situazione nelle carceri, parlando di «condizioni angosciose agli occhi di chiunque abbia sensibilità e coscienza, indecorose per un Paese civile, qual è, e deve essere, l’Italia» nei due rami del Parlamento lo scontro tra maggioranza e opposizione continuava a essere acceso. E nella battaglia chi patisce di più è il partito fondato da Silvio Berlusconi, in difficoltà nel portare elementi di garantismo nell’offensiva punitiva del governo Meloni.

La partita si gioca su due fronti: in Senato, dove continua la protesta della minoranza in commissione Giustizia sul decreto Nordio e alla Camera, dove FdI è riuscita a far votare, per la quarta volta, il rinvio dell’esame della proposta di legge di Bernardini e Giachetti sul sovraffollamento delle carceri. Con il parlamentare dem che durante la seduta accusa Forza Italia di «girare la faccia».
Intanto a Palazzo Madama la commissione Giustizia guidata dalla leghista Giulia Bongiorno procedeva spedita per portare il provvedimento in aula martedì prossimo. «Esprimiamo soddisfazione per la sintesi e la coesione in maggioranza», hanno detto Bongiorno e il viceministro Francesco Paolo Sisto, nonostante di prima mattina abbiano dovuto organizzare un vertice urgente di maggioranza con il ministro della Giustizia Carlo Nordio e i sottosegretari Andrea Ostellari e Andrea Delmastro (il quale sostiene che il sovraffollamento nelle carceri si risolverebbe espellendo gli stranieri) proprio per discutere degli emendamenti di Forza Italia che puntano a deflazionare le carceri. «Saranno riformulati», assicura Bongiorno. Tranne la proposta forzista sulla semilibertà per i detenuti che dovessero scontare meno di 4 anni in carcere e che, secondo la maggioranza «verrà esaminato successivamente». La mediazione del segretario e vicepremier Antonio Tajani, che secondo l’Ansa, avrebbe avuto anche un confronto telefonico con Giorgia Meloni, non ha funzionato. «La politica è l’arte del compromesso. A volte non si può ottenere tutto subito», minimizza il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri.

L’opposizione intanto continua con l’Aventino (dopo la cassatura di tutti e duecento emendamenti presentati da Pd, Iv, M5s e Avs) e anche ieri non ha partecipato ai lavori. «Non ci sono le condizioni per contribuire alla conversione di questo decreto – ha spiegato la vicepresidente Pd del Senato e componente della commissione Anna Rossomando – C’è un no secco a tutti gli emendamenti delle opposizioni, nessuna apertura, nonostante le audizioni, le dichiarazioni iniziali e nonostante la situazione drammatica».

Bocciato anche l’emendamento di Riccardo Magi, segretario di +Europa, che prevedeva l’introduzione dei codici identificativi alfanumerici e le bodycam per le forze dell’ordine e quello che consentiva di togliere dal carcere i bambini sotto i 3 anni, prevedendo per le madri detenute l’alloggio in case famiglia. «Sono rimasti al marcire in galera», chiosa Rossomando che, con Walter Verini ha anche avuto anche un confronto acceso con Nordio in Transatlantico, poi riprodotto in Aula del Senato quando il centrosinistra ha richiesto la presenza del ministro.

Dovuta al fatto «che la commissione ha abdicato alla sua funzione», e quindi, a questo punto, spiega il capogruppo del Pd Francesco Boccia, occorre «accelerare l’arrivo del provvedimenti». Il punto, sottolinea il M5S, è l’assenza del Guardasigilli sul suo stesso provvedimento: «Assurdo che Nordio sia venuto in commissione una sola volta da inizio legislatura ed era obbligatorio». Il centro sinistra intende ripresentare tutti gli emendamenti, anche se è quasi certo che il governo porrà la fiducia anche su questo provvedimento, nonostante le parole di Mattarella. «Stanno dicendo no anche al Presidente della Repubblica che ha invitato la politica a non chiudere gli occhi».