Se le voci di una possibile liberazione degli stranieri tenuti in ostaggio da Hamas continuano a rincorrersi, per ora son solo promesse. Lo sanno bene in Thailandia, il Paese che con Stati uniti e Argentina, ne condivide il maggior numero: 22 secondo l’ultima stima. Nondimeno Bangkok, dopo un’iniziale choc e qualche improvvida dichiarazione molto sbilanciata su Israele, ha cambiato registro. E ha deciso di non affidarsi solo al suo principale alleato forte, gli Stati uniti, né tantomeno alle promesse di rito, poco rassicuranti, di Benjamin Netanyahu che ancora ieri diceva con una telefonata al premier tailandese Srettha Thavisin che Tel...