Sono ore delicatissime e di grande tensione in Libano. Martedì sera il ministro degli esteri israeliano Katz ha pubblicato un post su X in risposta al video di immagini riprese da un drone di Hezbollah inviato al porto di Haifa con l’intento di mostrare da una parte la permeabilità dei sistemi di sicurezza israeliani, dall’altra il proprio avanzamento tecnologico. «Nasrallah si è vantato di un video che filmava gli attracchi di Haifa, gestiti da compagnie cinesi e indiane, e minaccia di attaccarli. Siamo molto vicini al momento della decisione di cambiare le regole contro Hezbollah e il Libano. In una guerra a tutto campo, Hezbollah sarà distrutta e il Libano verrà duramente colpito».

Nella giornata di ieri i bombardamenti israeliani sono stati intensi soprattutto nelle città di Khiam, Borgholiyeh, Naqora -nel dipartimento di Tiro- Kfar Kila -Marjayoune. Almeno quattro i combattenti di Hezbollah uccisi a Yaroun. Il Partito di Dio ha rivendicato nel primo pomeriggio un attacco importante a Metula contro del «materiale di spionaggio» e altri due in serata, uno su Baghdadi con un attacco aereo suicida, l’altro su Raheb, causando «perdite certe» fra le truppe israeliane.

NEL DISCORSO di ieri alle 5 locali pronunciato in memoria del comandante Taleb Abdullah, ucciso la settimana scorsa, il leader supremo di Hezbollah Hassan Nasrallah ha ripetuto che il partito-milizia non vuole l’escalation, ma che è pronto a qualunque circostanza. «Combattiamo la più grande battaglia dal 1948 ad oggi. Una battaglia che promette un orizzonte nuovo a tutta la regione». «Abbiamo la capacità militare, umana e materiale di vincere il nemico». «Dovranno, in caso di guerra totale, aspettarsi attacchi di terra, d’aria e di mare. L’invasione della Galilea del nord è un opzione in tale circostanza». Israele potrebbe utilizzare Cipro come appoggio militare per sferrare attacchi in Libano. Sull’argomento Nasrallah è stato chiaro: «Ci considereremmo in quel caso in guerra con Cipro».

Durante il discorso gli abitanti di Adayssé e Kfar Kila hanno denunciato l’utilizzo di fosforo bianco da parte dell’esercito israeliano, già ampiamente usato in questo conflitto, come certificato da Human Rights Watch e Amnesty International.
Gli sfollati sono 100mila da una parte e altrettanti dall’altra. Un centinaio i civili uccisi in Libano -tra cui 3 giornalisti e 21 tra medici e paramedici-, 10 quelli uccisi in Israele. Circa 600 i combattenti dal lato libanese morti (oltre la metà di Hezbollah) e una ventina i soldati israeliani.

PROVANO ad evitare l’escalation la diplomazia francese e quella statunitense. Martedì il delegato della Casa Bianca Hochstein si è a lungo trattenuto con il presidente del parlamento Berri, capo dell’altro partito sciita libanese Amal e alleato di Hezbollah, ribadendo l’impegno americano sulla necessità di evitare l’escalation in Libano. Sempre più tesi i rapporti invece tra gli Stati uniti e Israele: la riunione prevista per oggi tra i due è stata annullata dalla Casa bianca dopo le critiche di Netanyahu al governo americano sui ritardi nelle forniture di armi. Abortito anche il tentativo francese di un trilaterale annunciato da Macron al G7 tra Francia, Israele e Stati uniti sulla questione libanese.

CLIMA incandescente a Beirut. Ieri in pieno giorno nel quartiere beirutino di Verdun è stato aggredito il giornalista anti-Hezbollah Rami Naim, a detta sua da affiliati al partito, che nega però ogni coinvolgimento. Nei giorni scorsi la deputata Ghada Ayyoub delle Forze Libanesi – destra ultraconservatrice cristiana – ha promosso un’interrogazione parlamentare sui compensi statali per le famiglie dei combattenti morti nel conflitto (20mila dollari ognuno) approvati dal parlamento. La guerra aumenta le già ampie spaccature ed è difficile prevedere, nel caso di un allargamento del conflitto, la possibilità di risvolti violenti anche tra le fazioni interne al paese.