Il bilancio della guerra tra gang scoppiata lunedì in un carcere brasiliano è di 57 morti. Cinque ore di scontri violentissimi iniziata di prima mattina: 16 decapitati, altri morti soffocati dal fumo dell’incendio appiccato dai membri della gang Comando Classe A che hanno invaso la parte del carcere di Altamira (Stato di Pará) occupata dal gruppo rivale Comando Vermelho.

Il fuoco è divampato velocemente, mentre due guardie venivano prese in ostaggio e rilasciate solo dopo ore. Adesso, fa sapere il ministero della giustizia, i leader dell’assalto saranno trasferiti in centri di detenzione federali.

Quello di Altamira ospita 343 detenuti, a fronte di una capacità di 163 prigionieri. Proprio lunedì un rapporto del Consiglio nazionale di giustizia definiva le condizioni della prigione «terribili». Una situazione comunissima in Brasile, paese con la terza più ampia popolazione carceraria del mondo: 800mila prigionieri su 209 milioni di abitanti, numero esploso nell’ultimo decennio per gli arresti di massa per reati legati alla droga.

Il presidente Bolsonaro ha promesso la costruzione di nuove carceri invece di finanziare quelle esistenti, costantemente a corto di fondi e di servizi essenziali, dal cibo ai materassi. Molti detenuti, denunciano i gruppi per i diritti umani, dormono in piedi e il 40% di loro è in attesa di processo.