«Abiti venduti e resi subito dopo l’acquisto. Accessori progettati per durare soltanto una stagione e destinati a rompersi nel giro di poche settimane per poi finire in discarica o nel Sud del mondo. L’industria della fast fashion genera enormi quantità di rifiuti e inquinamento»: così Greenpeace Italia motiva la sua recente indagine, insieme alla trasmissione Report, sugli acquisti online e relativi resi. Si tratta di una «filiera logistica schizofrenica» che fa percorrere migliaia di chilometri a un pantalone o a una maglietta e manda al macero in media un terzo del restituito. La possibilità di rispedire la merce gratis incoraggia...