Dopo le accuse da parte dell’Onu e di numerose organizzazioni non governative – Amnesty International e Human Rights Watch (Hrw) – sulle violenze in Mali nei confronti di «civili inermi» da parte di mercenari della compagnia russa Wagner, sulla loro «presenza e attività nella Repubblica Centrafricana» Hrw ha pubblicato un nuovo report. «Prove convincenti mostrano che i paramilitari russi che sostengono il potere nella Repubblica Centrafricana hanno commesso gravi abusi contro i civili, inclusi omicidi e torture, in totale impunità dal 2019 a oggi», afferma il report.

PER LEWIS MUDGE, direttore dell’organizzazione per l’Africa Centrale, non ci sono dubbi sull’identità di questi uomini armati, anche se le loro attività nel paese sono ancora molto vaghe. «La popolazione locale è ben capace di distinguere tra forze straniere di un altro paese, come i francesi, e altri militari che parlano russo, viaggiano con veicoli russi e indossano le stesse uniformi dei soldati russi che sono a Bangui o Berengo», ha detto ai microfoni di Radio France International (Rfi). «Il crimine più grave che abbiamo documentato – ha proseguito Mudge – è stata un’esecuzione sommaria di massa il 28 luglio 2021 a nord della città di Bossangoa in pieno giorno e contro persone non armate con decine di morti. Oltre a numerosi casi di detenzione e tortura a Alindao e Basse-Kotto, in un campo militare gestito da russi».

INTERROGATI DA HRW sulle accuse del rapporto, né il governo centrafricano né il ministero degli Esteri russo sono intervenuti, visto che la risposta ufficiale del governo di Bangui è quella che «i russi presenti nel paese sono istruttori militari responsabili dell’addestramento dei soldati».
La Repubblica Centrafricana, uno dei paesi più poveri del mondo e il secondo, dopo El Salvador, ad adottare i bitcoin come valuta legale, è teatro di una guerra civile dall’inizio del 2013.
Dai primi mesi del 2018 il presidente Faustin-Archange Touadéra ha firmato un accordo di collaborazione con Mosca con l’obiettivo di «formare un esercito», considerando quello che c’è debole e indifeso di fronte all’offensiva ribelle che minacciava il suo regime. Oltre un migliaio di paramilitari russi- mercenari della compagnia di sicurezza privata Wagner – secondo Onu e Hrw – sono stati inviati nel paese dal 2018 e in questi anni sono riusciti a respingere i ribelli da oltre due terzi del paese.

LA COOPERAZIONE CON IL REGIME di Touadéra è stato uno dei cardini per l’espansione dell’influenzadi Mosca sul continente africano, che ha fruttato l’astensione di oltre la metà dei paesi africani nelle due recenti risoluzioni di condanna dell’invasione russa al Consiglio si sicurezza delle Nazioni unite. Alcuni sono alleati di lunga data di Mosca, come l’Algeria o il Sudafrica, altri si sono avvicinati progressivamente in questi anni: Libia, Mali, Sudan, Repubblica Centrafricana e Mozambico. E nelle ultime settimane Mosca ha siglato nuovi accordi militari di collaborazione con Madagascar e Camerun per la fornitura di armamenti che coinvolgerebbe nuovamente gli «addestratori» del gruppo Wagner.

THIERRY VIRCOULON, ricercatore associato dell’Istituto Francese di Relazioni Internazionali (Ifri) intervistato da Tv5-Monde ha definito «evidenti gli sforzi di Mosca in Africa, è una chiara strategia per dimostrare di non essere isolata diplomaticamente».