«Come la pietra, così anche l’architettura di Napoli è porosa. Costruzione e azione si permeano in un susseguirsi di cortili, portici e scaloni. Tutto è fatto per custodire la scena in cui costellazioni sempre nuove, sino ad allora imprevedibili, possano accadere. Si scansa il definitivo»: la definizione di Walter Benjamin, la città porosa come il tufo, è diventata una delle più citate prendendo anche accenti consolatori che il testo del 1925 non aveva. La sua fortuna racconta anche come due civiltà molto distanti si siano spesso guardate negli occhi. Del resto Gerardo Marotta, cuore pulsante dell’Istituto italiano per gli Studi...