E’ stato fissato per giovedì 7 ottobre, al Mise, l’atteso nuovo incontro sulla Gkn di Campi Bisenzio. Al tavolo, convocato dalla viceministra Alessandra Todde, sono stati chiamati l’azienda, i sindacati, gli enti locali e il ministero del lavoro, e si svolgerà sia in presenza che da remoto. E la stessa esponente pentastellata spiega: “C’è l’obiettivo di esercitare quel ruolo di mediazione indispensabile per la vertenza”. Questo nonostante “il contesto difficile, con una azienda che ha smarrito il suo senso di responsabilità sociale”. “E’ un passo del governo per aprire una trattativa vera – annota la Fiom Cgil – fino ad oggi negata dall’impresa”.
La notizia arriva alla vigilia dell’odierno incontro, solo in videoconferenza, che i vertici di Gkn hanno indetto “con la partecipazione delle sole Rsu e delle organizzazioni sindacali territoriali”, escludendo gli enti locali. Un appuntamento cui la Fiom, che ha il 90% dei delegati di fabbrica, risponde chiedendo “il ritorno al lavoro” degli operai, e “un reale, leale e corretto confronto, nel rispetto pieno dell’ordinanza del giudice”. Quella che ha condannato la multinazionale per comportamento antisindacale, azzerando la procedura di licenziamento dei 422 addetti diretti in via Fratelli Cervi.
Nel rispondere alla richiesta di Gkn, Michele De Palma, segretario e responsabile automotive, e Daniele Calosi, che guida la Fiom di Firenze e Prato, riconoscono “che debba essere correttamente assolto quanto previsto dall’articolo 9 del Ccnl, a partire dal fatto che l’avvio della procedura coincida con il primo incontro con tutte le organizzazioni sindacali e i delegati delle Rsu”.
Al tempo stesso De Palma e Calosi si soffermano su un dettaglio essenziale: “Ancora oggi ai delegati sono bloccati gli account aziendali, rendendo quindi impossibile qualsiasi consultazione di dati utili all’analisi e approfondimenti necessari al confronto”. La Fiom sarà oggi alle 10 al Comune di Campi, ribadendo comunque di volere dall’azienda “un confronto sostanziale e reale, rimuovendo gli elementi ostativi che permettano di poter elaborare una proposta”.
Nel frattempo il Collettivo di fabbrica saluta il gradimento popolare alla “loro” legge anti-delocalizzazioni: “In poco tempo e senza sforzi particolari, la petizione su change.org con gli 8 punti elaborati dal gruppo di giuslavoristi progressisti e democratici, e votati dall’assemblea dei lavoratori, ha passato le 40mila firme”. Ora un ultimo sforzo: “A questo punto aiutateci a sfondare le 50mila e non ne parliamo più. Facciamolo così, in scioltezza e di botto”. Infine, per i 32 addetti della fallita Easy Group che curava logistica e servizi in fabbrica, al ministero del lavoro è stato firmato unitariamente l’accordo di cig per cessazione di attività.