“Noi crediamo nei progetti di reindustrializzazione ecologica”. Le ragazze e i ragazzi di Fridays for Future a Firenze hanno manifestato in presidio davanti alla sede del Consiglio regionale della Toscana insieme agli operai del Collettivo di Fabbrica ex Gkn ed ai collettivi studenteschi, non soltanto per chiedere interventi urgenti per contrastare gli stravolgimenti climatici ma anche per ribadire che solo grazie all’intervento pubblico è possibile dare gambe ai progetti di produzioni “green”. Non per caso, i giovanissimi di Fff hanno apposto davanti all’ingresso del palazzo regionale un grande striscione con scritto “Dalle fabbriche alle scuole convergenza climatica”.

Come nelle altre città della penisola dove si è manifestato, gli attivisti e le attiviste under 20 di Fridays for Future chiedono “un intervento pubblico massiccio per realizzare la transizione ecologica, creare lavori per il clima e cambiare l’economia, anche in vista prossimo G7 in Puglia, a giugno”. Ed Edoardo Falchini di Fridays for future di Firenze ha puntualizzato che la manifestazione è stata promossa “per ricordare l’urgenza della crisi climatica e quanto poco tempo abbiamo per agire. Per questo alla politica chiediamo l’intervento pubblico sull’industria dell’energia rinnovabile e della mobilità sostenibile, oltre ad una mobilità più sicura all’interno della città. Infatti sosteniamo la campagna `Firenze 30´ che la renderebbe più sostenibile per pedoni e ciclisti”.

In presidio Alessandro Tapinassi, operaio Qf ex Gkn, ha spiegato che il Collettivo di Fabbrica ha aderito e partecipato “in convergenza con le altre forze ambientaliste, anche per parlare della nostra proposta per la reindustrializzazione della fabbrica di Campi Bisenzio, perché non possiamo essere lasciati soli in questo modo. Noi cerchiamo di fare una reindustrializzazione ‘green’, ma è davvero difficile perché ci stanno perfino sabotando. Eppure proteggiamo il lavoro, non soltanto il nostro, perché altrimenti della nostra fabbrica resterebbe solo uno scheletro vuoto”.

Le parole di Tapinassi, che come le sue compagne e i suoi compagni di lavoro continua da ben quattro mesi a non ricevere lo stipendio che spetta loro per legge, danno conto anche della insopportabile cappa di silenzio della politica di fronte alla proposta operaia di legge regionale per la creazione di consorzi pubblici, attraverso i quali i comuni, la Regione, le università, i privati, le cooperative e i centri di ricerca possano intervenire sulle aree industriali. “Chiediamo che qualsiasi consigliere regionale la faccia propria, discutendone le modifiche se necessario – puntualizzava Dario Salvetti all’inizio del mese di aprile – altrimenti proporremo di trasformarla in legge di iniziativa popolare”.

Due settimane dopo, né da parte della maggioranza Pd-Iv che governa la Regione, né dall’opposizione “progressista” del M5s, né tanto meno dalla destra c’è stata una risposta alla richiesta operaia. Tutto questo nonostante che il Consiglio comunale di Firenze abbia approvato una risoluzione, presentata da Sinistra Progetto Comune, per chiedere che la Regione faccia proprio quel testo e lo discuta con urgenza.

Non per caso, al presidio davanti al Consiglio regionale ci sono anche il candidato sindaco Dmitrij Palagi e Antonella Bundu di Sinistra Progetto Comune: “Abbiamo sostenuto fin dal primo momento tutte le mobilitazioni ambientaliste in particolare quelle delle nuove generazione su cui spesso la politica parla ma non ascolta – spiega Palagi – troppo spesso sui cambiamenti climatici si dice che è questione di comportamenti individuali invece è un tema di sistema, di modello di sviluppo su cui si deve intervenire perché non c’è più tempo”.

Ad appoggiare la proposta operaia e a sostegno dell’iniziativa legislativa ci sono invece il direttore dell’Istituto di Economia della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa, Andrea Roventini; l’ex assessore regionale Enzo Brogi, attuale responsabile del Dipartimento Diritti del Pd regionale, ed anche Anna Marson, ex assessora regionale e attualmente professoressa ordinaria dell’Università IUAV Venezia, proponente e prima firmataria della legge sul Governo del territorio (legge regionale 65/2014) che punta ad un’urbanistica a consumo zero di suolo e alla partecipazione diretta delle comunità nella gestione dello stesso. Una legge che definisce i “sistemi infrastrutturali, artigianali, industriali e tecnologici” come componente costitutiva del patrimonio territoriale di specifico interesse collettivo.

Eppure, se diventasse legge regionale la proposta elaborata dalla Rsu Qf ex Gkn, potrebbero essere date gambe al piano industriale elaborato dagli operai insieme ai ricercatori della Scuola Sant’Anna e ad un gruppo ricercatori e ricercatrici solidali di altri atenei, coinvolti nel Comitato tecnico-scientifico per lo sviluppo del progetto industriale, per dare un futuro alla ex Gkn rendendo al tempo stesso più forte l’economia regionale.