Non riaprirà la procedura di licenziamento dei 422 addetti diretti dello stabilimento Gkn di Campi Bisenzio, non almeno in queste due prime settimane di dicembre. Dal tavolo di confronto convocato, in videoconferenza, dalla viceministra allo sviluppo economico Alessandra Todde, è emerso che la multinazionale dell’automotive intende prendersi un po’ di tempo per valutare le proposte avanzate dall’aspirante advisor Francesco Borgomeo.

L’imprenditore laziale, 24 ore prima e senza avere un mandato ufficiale da parte di Gkn, in un incontro subito definito “conoscitivo e informale” dalla Fiom Cgil, si era detto pronto a rilevare lo stabilimento, per poi dare spazio a due potenziali investitori: il primo intenderebbe produrre macchinari per l’industria farmaceutica, il secondo componenti per energie rinnovabili.

La fumosità della procedura, sia di metodo che di merito, ha convinto la multinazionale a fare per il momento marcia indietro. Non fosse altro perché l’intera operazione, già in teoria di non poca complessità, è al momento solo abbozzata, limitandosi alle due manifestazioni di interesse offerte da Borgomeo.

Per giunta nell’area metropolitana fiorentina è ancora vivo il ricordo della fallita reindustrializzazione dello stabilimento Electrolux di Scandicci. Vicenda nella quale la multinazionale svedese degli elettrodomestici fu compartecipe del finanziamento (in parte pubblico) di un progetto per produzioni alternative, poi fallito e passato alla storia, anche penale, come “la truffa delle energie rinnovabili”.

La viceministra pentastellata, e il responsabile delle crisi al ministero, Luca Annibaletti, hanno accettato la dilazione dei tempi. “Il Mise è assolutamente disponibile a supportare questo percorso di transizione – ha spiegato Todde ai partecipanti al tavolo – e la proposta ‘ponte’ servirà a darci ulteriore tempo per lavorare con tutte le parti a una proposta seria e credibile. Invitalia – ha aggiunto la viceministra, che ha voluto al tavolo Roberto Rizzardo – sarà disponibile a valutare come sostenere il progetto, lo stesso farà il ministero con tutti gli strumenti a disposizione”.

Anche gli enti locali presenti al tavolo virtuale, dalla Regione Toscana alla Città metropolitana (ex Provincia) di Firenze fino al Comune di Campi Bisenzio, si sono detti in linea di massima favorevoli all’approfondimento delle manifestazioni di interesse, puntualizzando però che l’obiettivo da raggiungere è quello di salvaguardare l’attività produttiva e l’occupazione dei 500 lavoratori, fra diretti e indiretti, che fino al 9 luglio scorso operavano nello stabilimento di semiassi.

Fra richieste di chiarimenti e approfondimenti, la riunione si è dilatata fino alle nove di sera. Del resto il più che censurabile comportamento di Gkn, con la chiusura della fabbrica nella notte, e con modalità tali da farla condannare dal giudice del lavoro per comportamento antisindacale, ha reso oltremodo guardinghi gli operai e il sindacato. “Quello che dicevamo ieri lo diciamo oggi e lo diremo domani – avverte Dario Salvetti della Rsu – è necessaria la continuità produttiva, occupazionale e il mantenimento dei diritti acquisiti in questi anni, e comunque dovrà essere garantito il reinserimento delle lavoratrici e dei lavoratori degli appalti”.

“Per la Fiom e la Cgil – avverte a sua volta Daniele Calosi – è necessaria la garanzia della cassa integrazione per transizione in questa fase, con il monitoraggio del ministero del lavoro. E occorre non solo il monitoraggio ma una verifica attiva sulle manifestazioni di interesse. Ribadiamo di non essere disponibili a firmare cambiali in bianco”.