«Antifascismo oggi è combattere le tendenze autoritarie che impediscono la partecipazione alla vita democratica. E si sostanzia attraverso le giustizia sociale». Marc Botenga, 43 anni, è esponente al Parti du Travail de Belgique, un partito che si dichiara di ispirazione marxista. Eletto all’Europarlamento nel 2019, quindi alla sua prima legislatura a Strasburgo, Botenga è nel gruppo della Sinistra (Left). Oltre alle due lingue nazionali del Belgio, francese e fiammingo, parla anche un perfetto italiano.

Anche lei è tra gli eurodeputati che ha aderito all’iniziativa del manifesto. Cosa ne pensa?
Oltre alla dimensione italiana, c’è il contesto più ampio, per cui la mobilitazione acquista un significato molto forte. Attraverso il prisma europeo vediamo che la rabbia popolare, reale e giusta, viene utilizzata e canalizzata dall’estrema destra. Il gioco è quello di girare questa rabbia contro i più deboli, disoccupati e migranti.

Anche sul Belgio incombe la minaccia dell’estrema destra?
Il Vlaams Belang, movimento fiammingo, rischia di diventare la principale forza politica del paese. È pur vero che nel sud francofono la situazione per loro è molto meno favorevole. E questo grazie al fatto che il partito di cui faccio parte è riuscito a rappresentare un’alternativa di sinistra per la classe operaia a cui la sinistra socialista ha voltato le spalle.

È la sfiducia verso i partiti tradizionali, troppo omologati, a portare voti alla destra?
Quando dicevo che la rabbia della gente va capita, mi riferivo alle cause. Pensiamo alle grandi multinazionali che non pagano le tasse, ai miliardari che concentrano nelle proprie mani sempre più ricchezza, al fatto che manca l’investimento pubblico nella scuola e nelle politiche abitative. È di queste proposte concrete che deve nutrirsi la pratica antifascista.

Ci spieghi meglio.
La lotta storica delle classi lavoratrici è sempre stata per ottenere più democrazia. Storicamente il capitalismo mira a restringere le possibilità di partecipazione, e continua a farlo anche oggi. Spesso si discute dei rischi dell’ascesa dell’estrema destra, ma in molti paesi, in Francia come in Belgio, le libertà pubbliche vengono già ristrette. Quindi, il primo valore dell’antifascismo è quello contro le tendenze autoritarie che limitano la libertà di espressione e la partecipazione attiva alla vita democratica. Ma poi il secondo fattore dell’antifascismo rimane quello socio-economico. Perché senza giustizia sociale, non potremo mai vincere contro la destra.