Giochi politici alle Olimpiadi
Sport Per la prima volta nella storia il Cio assegna già due edizioni a Parigi e Los Angeles
Sport Per la prima volta nella storia il Cio assegna già due edizioni a Parigi e Los Angeles
Un nuovo ordine mondiale si sta delineando nel mondo dello sport. La recente sessione del Cio, il Comitato internazionale olimpico, massimo organo internazionale sportivo, per potenza e intreccio politico-sportivo considerato una sorta di Onu-ombra, nella riunione tenutasi a Lima ha decretato l’assegnazione delle prossime olimpiadi a Parigi nel 2024 e a Los Angeles nel 2028. Mai un’unica sessione aveva assegnato due olimpiadi di seguito e mai il Cio aveva indicato una sede olimpica con voto unanime, non vi è stato tra i delegati nessun voto contrario. Il presidente Thomas Bach, prima della votazione ha chiesto se qualcuno aveva qualcosa da dire, l’unica voce che si è levata è stata quella del principe malese Tunku Imram, che ha domandato se per le olimpiadi di Los Angeles sarebbero stati garantiti i visti anche agli atleti provenienti da paesi definiti da Trump terroristici, ricevute le dovute assicurazioni si è proceduto alla votazione.
Perché la sessione del Cio ha assegnato due olimpiadi di seguito, contravvenendo alla prassi consolidata di indicare una sola sede, seppur con largo anticipo?
L’inchiesta avviata dall’Fbi, che ha smascherato i traffici illeciti per l’assegnazione dei campionati mondiali di calcio e di conseguenza detronizzato i vertici della Fifa e dell’Uefa, rappresentati da Sepp Blatter e Michel Platini, espressione nel mondo del pallone di un potere consolidato della vecchia Europa, ha mandato un messaggio chiaro ai vertici e ai delegati del Cio: attenti a come votate e soprattutto a defenestrare gli Usa dai grandi appuntamenti mondiali dello sport. In linea con la nuova politica portata avanti da Donald Trump, che si erge a gendarme del mondo, minacciando via twitter di spazzare la Corea del Nord, gli Usa hanno ribadito, attraverso il Cio che ha assegnato loro le olimpiadi del 2028, che ha capo del nuovo ordine mondiale dello sport ci sono gli Stati Uniti.
Perché l’Fbi è entrata a gamba tesa sulla coppia Blatter-Platini, garanti del potere calcistico della vecchia Europa? L’Fbi non dovrebbe occuparsi di cose serie? Lo sport, in un mondo globalizzato è diventato questione seria, perché oltre a garantire visibilità planetaria, è terreno sul quale si sfidano i grandi gruppi politico-finanziari per affermare il proprio prestigio. Esponenti di governi, si muovono sempre più per tessere alleanze politiche e finanziarie, garantendo il proprio voto di scambio in occasione di decisioni importanti come l’assegnazione dei mondiali di calcio o delle olimpiadi.
Il gioco, portato avanti con decisione da Obama prima e Trump poi, prevedeva la delegittimazione della Russia di Putin, che negli ultimi anni ha cercato, senza mezzi termini, di occupare la scena mondiale sportiva, non solo vincendo medaglie, ma piazzando i propri uomini al vertice di numerose federazioni mondiali e, soprattutto, ospitando le olimpiadi invernali di Sochi, i mondiali di atletica e l’anno prossimo i mondiali di calcio.
A luglio del 2016, un mese prima delle olimpiadi di Rio, la Wada, l’agenzia mondiale antidoping, diretta da Oliver Niggli, escluse la partecipazione alle olimpiadi brasiliane di 96 atleti russi di ben nove discipline sportive diverse. L’esclusione si basava sul rapporto che la Wada definì “indipendente” pubblicato dal professor Richard McLaren sul coinvolgimento di atleti russi nelle pratiche di doping.
Recentemente il New York Times ha reso pubbliche alcune mail intercorse tra il direttore della Wada Oliver Niggli e i suoi collaboratori, nelle quali si sostiene che le accuse di doping documentate, riguardo a quei 96 atleti russi, concernono in realtà un solo atleta, ma ormai l’operazione delegittimazione della Russia, i cui sospetti di doping sono leciti come quelli di atleti di altre nazioni, è andata in porto. Tutta l’operazione di discredito della Russia sportiva e di Putin, è documentato in un interessante libello Russia, Paralimpiadi, Olimpiadi, Wada…nel merito dei fatti. Aspettando i mondiali di calcio Russia 2018 (La città del sole), a cura di Enrico Vigna.
L’altro grande pachiderma che vuole occupare un posto di primo piano nel nuovo ordine mondiale è la Cina. Xi Jinping, il segretario generale del partito comunista cinese e presidente della Cina ha parlato chiaro: la Cina vuole ospitare i mondiali di calcio del 2030. Per fare questo ha ordinato ai grandi gruppi industriali di fare razzia di squadre di calcio in Europa e America Latina, portare in Cina calciatori di prestigio internazionale e allenatori, Lippi guida la nazionale di calcio cinese, offrendo contratti d’oro, per legittimarsi davanti al mondo intero.
Scuole calcio di grande prestigio stanno sorgendo ovunque, e cinquanta milioni di ragazzi cinesi corrono con determinazione dietro al pallone. Alcuni di loro, frutto di una dura selezione, costituiranno la nazionale di calcio cinese e cercheranno di vincere i mondiali del 2030, come chiesto dal segretario del Pcc Xi Jinping. Siamo molto lontani dalle nuotate di Mao Zedong nel fiume Yangtze del 1966.
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