Da settembre ripartirà la corsa alle stanze da parte di lavoratori e studenti fuori sede. Il mercato offrirà più posti (soprattutto nelle città satellite dei maggiori centri) ma a prezzi più alti: sono le proiezioni di Immobiliare.it Insights. L’aumento medio dell’offerta di singole sarà del 34% con picchi a Brescia (più 75%), Latina (più 68%), Bergamo (più 49%). Milano frena sugli aumenti ma rimane comunque la città più cara: il costo medio delle singole è di 626 euro al mese, solo più 1% rispetto all’anno scorso perché è cresciuta l’offerta (più 36%) rispetto al più 15% della domanda.
Roma vede una crescita della domanda del 55% con un canone medio di 463 euro al mese per la singola. A Bologna servono 482 euro al mese per la stanza, a Firenze 435 euro. Quasi appaiate Modena e Bergamo, 412 e 411 euro rispettivamente. Superano la soglia dei 400 euro anche Padova e Verona (404 e 401 euro). Chiudono Venezia (396 euro) e Brescia (385 euro). Posto letto in doppia: Milano conserva la prima posizione a 348 euro, al secondo posto Roma con 272 euro, terza Napoli a 258 euro. Seguono Firenze (255 euro) e Bologna (249 euro). Sesta Padova a 231 euro, seguita da Modena (226 euro). Tra i 220 e i 210 euro Torino, Verona e Pavia.
Simone Agutoli (Udu): «Il rapporto dimostra come la situazione affitti resti fortemente critica per i fuori sede. Ci preoccupa il progressivo aumento dei canoni, specialmente nei comuni con università di medie o grandi dimensioni. In città come Modena, Bergamo, Venezia, Brescia, Parma o Bari si registra un incremento del canone mensile superiore al 10%. Il ministro Salvini non ha fatto nulla per contrastare il caro affitti. Gli avevamo chiesto di intervenire sulle agevolazioni fiscali, spostandole dal mercato libero al mercato concordato. Sarebbe stata una misura a costo zero, ma avrebbe aiutato a mantenere sotto controllo gli affitti».