Lusaka è una città che scorre, un flusso ininterrotto di persone, che non sa dove fermarsi: due milioni di abitanti e non una sola piazza, un parco, un giardino. Aristocrazia contadina sopraggiunta al potere grazie alla rendita ricevuta dall’indirect rule dei coloni inglesi. Latifondisti la cui ricchezza non è esposta, eppure si muovono milioni di dollari tra i palazzi del centro, nei ministeri, nelle società pubbliche e nei programmi internazionali di cui perde traccia.

La gara per l’acquisto di 100 camion per i pompieri aggiudicata da una ditta creata due sole settimane prima del bando vinta con un’offerta di un milione di euro per camion contro la proposta di una società tedesca di 350 mila euro, è venuta a galla grazie al controllo della commissione anti corruzione. Poi c’è il nuovo aeroporto internazionale: costo 320 milioni laddove la reale stima dei costi si fermerebbe a 120, ma il dato più significativo è l’incremento di traffico passeggeri su cui è stato progettato (dieci volte), ritenuto estremamente improbabile. Poi il programma di social welfare finanziato dai governi inglese e finlandese bloccato per non chiara gestione dei fondi. Un programma da 4 milioni di dollari che prevede il trasferimento diretto di denaro a famiglie in condizioni di vulnerabilità sociale (Social Cash Transfer).

L’alto commissario britannico dello Zambia, Fergus Cochrane-Dyet, ha dichiarato che la Gran Bretagna ha congelato tutti i finanziamenti bilaterali fino a quando non si conosceranno i risultati dell’audit: «La Gran Bretagna adotta un approccio di tolleranza zero nei confronti di frodi e corruzione», ha detto, mentre l’ambasciatore finlandese ha preferito non commentare la vicenda. Come ha spiegato la ministra delle Finanze Mwanakatwe «i problemi segnalati comprendono possibili casi mancato pagamento dei beneficiari; pagamenti irregolari; non aderenza al protocollo d’intesa e insufficiente capacità di facilitare i pagamenti ai beneficiari».

Da parte sua il portavoce del presidente Amos Chanda ha dichiarato che già quattro mesi fa il presidente Lungu aveva ordinato un’inchiesta sul possibile «uso improprio» dei fondi di aiuto. A seguito delle segnalazioni, il governo, attraverso un audit interno, ha condotto verifiche di rischio e conformità in 60 distretti in cui il programma è in fase di attuazione. La preoccupazione è significativa sia a livello politico che sociale perché potrebbe avere ulteriore conseguenze, secondo Lee Habasonda, analista politico all’Università dello Zambia, sulla crescita del debito proprio in un momento in cui il Paese lotta per cercare di arginarlo. Infatti, il debito estero dello Zambia è salito a 9,37 miliardi di dollari, ma la stima si alza fino a 15 se si considerano i debiti delle società statali e c’è il rischio di un blocco dei prestiti da parte del Fondo Monetario Internazionale che già a dicembre 2017 ha ritirato un impegno da 1,3 miliardi.

Intanto lungo la centralissima Cairo Road, tutto continua a scorrere, tutto tranquillo, tranne lo stomaco di David e della sua famiglia che hanno smesso di ricevere il sussidio di 100 kwacha (10 euro) al mese che gli permettevano di mandare i figli a scuola.