I Talebani preparano la grande cerimonia di insediamento del nuovo governo, «inizio di una nuova era di libertà e sovranità», assicurano. In uno Stato che è però tutt’altro che sovrano, economicamente. Così, mentre vengono stampate migliaia di bandiere bianche e nere, pronte per essere sventolate nel corso dell’inaugurazione del governo retto dal «comandante dei fedeli» Haibatullah Akhundzada, a Kabul si fanno sempre più lunghe le code agli sportelli bancomat e a Herat dozzine di donne protestano. CARTELLI IN MANO e slogan scanditi, chiedono che le donne siano incluse nel governo. Ma chiedono anche di tornare al lavoro. A una parte...