Fa discutere la reintroduzione dell’obbligatorietà dei test Invalsi e dell’alternanza scuola lavorooggi ribattezzata «Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento» (P-C-T-O) – per accedere all’esame di maturità 2020.

Da Pechino il ministro Fioramonti ha spiegato che, alla base di questa decisione, c’è l’opposizione di una parte della maggioranza al cambiamento della legge. “Mi ero espresso più volte affinché i test Invalsi non fossero obbligatori per l’accesso all’esame di Stato. Purtroppo per fare questo bisognava fare una norma, ma le norme le fa il parlamento. Nonostante il mio impegno il Pd e Italia Viva si sono opposti e quindi i test saranno obbligatori ed è entrerà in vigore la legge del 2017 (la “Buona scuola”, ndr.). Gli esiti dei quiz “non influiranno in alcun modo sull’ammissione all’esame di fine anno” ha precisato Fioramonti.

Francesco Sinopoli, segretario della Flc Cgil, si è detto “sconcertato” per la circolare: “Da più parti sono state manifestate evidenti perplessità rispetto alle attuali modalità di utilizzo delle prove Imvalsi e lo stesso Ministro Fioramonti ha già dichiarato la propria contrarietà”. E tuttavia si procede come previsto da una legge che, in tempi ormai lontani i Cinque Stelle avevano annunciato di volere ripensare.

“Ciò che procura ulteriore sconcerto – ha continuato Sinopoli – è il fatto che dopo la sospensione dello scorso anno, per quello in corso i ragazzi che affrontano l’esame di Stato si ritroveranno anche l’obbligo di discussione, durante la prova orale, delle esperienze di Alternanza scuola lavoro. Si tratta di una delle misure più contestate e discusse ereditate dalla Legge 107 (la cosiddetta ‘Buona scuola’) su cui abbiamo più volte espresso un giudizio negativo, soprattutto rispetto alle modalità coercitive con cui è stata proposta alle scuole, tanto che, nelle scorse settimane, abbiamo chiesto formalmente il ritiro delle Linee guida. Vorremmo che il Ministro Fioramonti abbandonasse ogni timidezza per dare risposte ai bisogni dei professionisti della scuola”.

Di tutt’altro avviso è il giudizio di Valeria Fedeli, già ministra dell’Istruzione del Pd, ora al governo con i Cinque Stelle nell’esecutivo “Conte bis”. “E’una prova di serietà e responsabilità nei confronti degli studenti e del loro diritto a un’istruzione e a una formazione di qualità».

In questo confronto che sembra destinato ad accendersi dopo un paio d’anni di raffreddamento dovuto alla sospensione della riforma renziana gli studenti hanno annunciato nuove proteste: “Le prove Invalsi non hanno alcuna utilità per valutare le nostre conoscenze, come denunciamo da anni insieme ad un’ampia parte della comunità scientifica internazionale – sostiene Giulia Biazzo dell’Uds – I “percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento” (l’ex alternanza scuola-lavoro) rischieranno di essere incompatibili con un buon esame di Stato perché non sono condivise con le rappresentanze studentesche e spesso risultano del tutto inutili per la nostra formazione”.