Evasione fiscale e frode. Perpetrati dai colossi energetici sul pagamento della tassa sugli extraprofitti nonostante incassi miliardari con picchi addirittura del +3.800%. L’esposto contro le aziende che eludono il pagamento della blanda tassazione al 25% degli extraprofitti deciso dal governo Draghi era stato presentato il 24 agosto da Verdi e Sinistra italiana – e in seguito dal Codacons.

Ieri la Procura di Roma ha deciso finalmente di aprire un fascicolo incaricando la Guardia di Finanza di redigere un’informativa che possa far luce sulla questione. Il procedimento, per il momento, è ancora senza indagati o ipotesi di reato. Nell’esposto si fa riferimento alla «crisi internazionale come conseguenza della guerra avviata dalla Russia in Ucraina» che ha provocato «aumenti stratosferici» ai prezzi dell’energia portando a «rincari delle bollette del gas e dell’energia elettrica di almeno 5 volte rispetto alla situazione pre-crisi».

«Questi aumenti – scrivono i denuncianti, Angelo Bonelli, Eleonora Evi e Nicola Fratoianni – sono del tutto ingiustificati e generati anche dalla forte speculazione, in quanto molte aziende energetiche italiane, che acquistano, distribuiscono e vendono il gas in Italia lo fanno per almeno i due terzi del gas venduto nel nostro paese con contratti pluriennali sottoscritti con Gazprom a prezzi fissati pre-guerra». Secondo quanto scritto nell’esposto «Eni nell’ultimo trimestre 2021, rispetto al periodo precedente, ha conseguito un utile del +3.870% pari a 2 miliardi di euro, sempre Eni nel primo trimestre del 2022 ha conseguito un utile del +670% per 7 miliardi di euro». «Il governo italiano – continua – ha calcolato che in sei mesi, tra il settembre 2021 e il 30 marzo 2022, sono stati realizzati 40 miliardi di euro di extra-profitti da parte delle società energetiche». La norma che prevede una tassazione del 25% sugli extra utili nel primo decreto Aiuti è stata scritta male e molte delle aziende hanno fatto ricorso al Tar.

Ora, si spera, dovranno fare i conti con altri giudici.