I dubbi sul futuro dell’ex Gkn restano tutti. Anche dopo l’incontro di ieri pomeriggio al Mise, in cui l’ex advisor Vincenzo Borgomeo ha (ri)presentato una bozza di piano industriale assai carente di particolari essenziali. Unica novità la richiesta di aiuto economico alle istituzioni, quindi a Invitalia, attraverso il “contratto di sviluppo”, strumento introdotto nella legislazione nel 2008 per supportare le strategie di reindustrializzazione di siti produttivi in stand by. Un vero e proprio sos, lanciato dall’imprenditore attuale proprietario (a costo zero) dello stabilimento di Campi Bisenzio, ribattezzato Qf.
“Il piano resta fumoso e privo di dettagli – certifica la Fiom con Simone Marinelli e Daniele Calosi – ma la scelta di utilizzare l’accordo di sviluppo, che permette la presenza di soggetti pubblici negli investimenti, dà la garanzia che il piano industriale sia vagliato e monitorato dalle istituzioni pubbliche, come da tempo richiesto dal sindacato. Questo permette in futuro l’ingresso di ulteriori investitori, o partner pubblici o privati. Un piccolo segnale di cambiamento rispetto a come Qf fino a oggi ha voluto gestire il tavolo, cambiando ogni volta le carte”.
Ancora più diretti gli operai, per bocca della loro Rsu: “Senza fondi pubblici, Qf non sta in piedi. Senza un contributo di 3 a 1 da parte del pubblico non c’è piano industriale. Ma a sua volta Qf è oggi una contoterzista senza ricerca e brevetti. E a questo punto la collettività deve pretendere che, insieme all’intervento con soldi pubblici, ci sia un controllo e un piano pubblico. È così, è come diceva il Collettivo di Fabbrica. E se avessero ascoltato il ‘nostro’ piano di reindustrializzazione, ora avremmo una fabbrica socialmente integrata al servizio del territorio”.
Ora si apre la fase più delicata, avvertono sia dalla Fiom che dall’Usb, quella legata al merito degli investimenti e al programma di ripartenza dello stabilimento. “Il confronto deve partire dall’accordo quadro di gennaio – ribadiscono i metalmeccanici Cgil – e deve vedere la partecipazione e la condivisione con Rsu, sindacati e lavoratori. Deve anche proseguire il lavoro del Comitato di proposta e verifica, per vagliare ulteriori progetti che possono essere portati a Campi Bisenzio, e che potrebbero diversificare l’attività”.
Al ministero anche la Regione Toscana, con l’assessore ombra Valerio Fabiani: “Rivolgendoci in primo luogo a Qf, è necessaria una maggiore assunzione di responsabilità da parte dei soggetti che fanno parte del consorzio Iris Lab. Inoltre occorre un chiarimento sull’attivazione degli ammortizzatori sociali: l’ad di Qf ragguagli al più presto istituzioni, sindacati e lavoratori sull’interlocuzione con il ministero e con l’Inps”.