Secondo lungometraggio del regista boliviano (nato nel 1984) Kiro Russo, già molto premiato col suo esordio Viejo Calavera (2016), El gran movimiento, al di là di quello che sarà il palmarès, è già il vincitore della sezione Orizzonti, di cui almeno tra quelli visti è l’unico a proporre un lavoro di ricerca che sorprende il proprio soggetto con una costante ricerca formale. E questo in una tendenza che predilige invece storie di sceneggiatura, senza troppe sorprese – se si esclude il magnifico Atlantide di Yuri Ancarani già recensito su queste pagine – in cui ogni elemento deve trovare la casella...