Gli Stati Uniti hanno accolto la vittoria di Andrés Manuel López Obrador alle presidenziali messicane con un twit di Trump dove dice di non vedere l’ora di lavorare con Obrador, in quanto c’è molto che possono fare insieme, opere di cui beneficeranno entrambi i Paesi.

È un po’ difficile prendere sul serio questo twit guardando alla situazione alla frontiera tra Messico e Stati Uniti, che è lungi dall’essere essere risolta o anche solo in via di risoluzione.

Le notizie che arrivano dal confine non sono rassicuranti, specialmente quelle che riguardano i bambini che ora vengono chiamati in tribunale per affrontare i processi che trattano le loro cause di rimpatrio, secondo avvocati del Texas, California, Nevada e Washington Dc che hanno reso pubblica la cosa.

«Il mio cliente di 5 anni non sa dirmi di che Paese è – ha scritto su Twitter la legale Laura Barrera che esercita a Las Vegas – Prepariamo il suo caso disegnando con i pastelli le immagini dei membri della gang che stazionano fuori dalla sua scuola. A volte vuole disegnare cuori e coni gelato. È solo durante la sua procedura di espulsione». «Oggi la mia cliente era entusiasta di premere i pulsanti dell’ascensore per la sua prima udienza di espulsione – scrive Barrera in un altro twit – In seguito mi sono congratulata con lei per essersi allacciata le scarpe da sola. Lei ha 6 anni e il dipartimento di Giustizia pensa che dovrebbe avere un avvocato solo se può pagarne uno».

Chiedere che i minori non accompagnati affrontino il processo di espulsione da soli non è una pratica nuova, il precedente è arrivato con il caso di un ragazzo honduregno arrivato negli Stati Uniti nel 2014 all’età di 13 anni e al quale era stato negato il soggiorno.

Ora però con la politica migratoria di Trump della separazione delle famiglie, i casi di minori non accompagnati si sono moltiplicati, e una Corte d’appello ha stabilito che i bambini immigrati che entrano illegalmente nel Paese non hanno diritto ad un avvocato nominato dal governo; molti studi legali lo fanno pro bono. I duemila e più bambini separati dai loro genitori ora dovranno occuparsi anche di procedimenti giudiziari, mentre sono alle prese con il trauma per essere stati allontanati dai loro genitori.

Tra il 2014 e il 2016 gli Stati Uniti hanno registrato un massiccio afflusso di minori non accompagnati e famiglie in fuga dalle violenze e dalle difficoltà economiche dell’America centrale. «Se questa procedura rimarrà in vigore – ha dichiarato Ahilan Arulanantham, direttore legale dell’American Civil Liberties Union della California del Sud – comporterà l’espulsione di migliaia di bambini vulnerabili, in alcuni dei luoghi più violenti al mondo».

«Recentemente stavamo rappresentando un bambino di 3 anni che era stato separato dai genitori, e nel bel mezzo dell’udienza ha iniziato a salire sul tavolo – ha raccontato al portale di notizie The Hill, Lindsay Toczylowski, direttore esecutivo dell’Immigrant Defenders Law Center di Los Angeles – mettendo in evidenza tutta l’assurdità di ciò che stiamo facendo con questi bambini».