Scuote l’intera Toscana la terza tragedia sul lavoro in quindici giorni, con l’ultimo omicidio bianco che ha avuto come scenario una cava di marmo in Garfagnana, nel comprensorio di Orto di Donna a poca distanza dal paese di Minucciano. Ugo Antonio Orsi, 55 anni, lavorava nella cava da otto anni ed era un operaio esperto. Ma nulla ha potuto quando, poco prima delle otto del mattino, in un punto impervio della cava, un grosso masso di marmo si è improvvisamente staccato dal costone travolgendolo.
Lascia la compagna e tre figli, il più grande dei quali fa il cavatore come il padre.

Subito la Fillea Cgil ha indetto uno sciopero di otto ore per domani, denunciando a chiare lettere l’insicurezza che resta imperante nelle cave di marmo: «Non è più possibile accettare questo tipo di tragedie – ricorda il sindacato del comparto lapideo – da anni spendiamo tempo e risorse per la sensibilizzazione alla sicurezza, adesso è il momento della prevenzione per far sì che non debbano più succedere. È tempo di agire, questo settore ha già pianto fin troppe vite, non è più tollerabile che ciò avvenga».

Domani incroceranno le braccia anche i lapidei della Uil, la notizia della tragedia è stata data dal palco di Milano dallo stesso segretario generale del sindacato Pierpaolo Bombardieri, con una nota polemica nei confronti della ministra del Lavoro, Elvira Calderone: «Oggi è morto un cavatore, abbiate la compiacenza di tacere quando parlate di sicurezza e di precariato».

Da parte sua il numero uno toscano della Cgil, Rossano Rossi, e Alessia Gambassi della Fillea, sottolineano un dato di fatto: «La diffusione della cultura della sicurezza può essere un obiettivo realizzabile solo se tutti i soggetti, istituzioni, imprese e lavoratori, daranno il loro contributo. Nel settore le imprese serie ci sono quelle che fanno formazione e rispettano le regole. Ma quelle che non rispettano le regole, a partire dalla sicurezza, devono chiudere». La procura di Lucca ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo, l’area dell’incidente mortale è stata subito sequestrata.

Solo dieci giorni fa in Toscana era morto un operaio agricolo di 54 anni, Marco Meiattini, precipitato nel vano del montacarichi mentre spostava pancali con un muletto all’interno della cantina del Castello di Monsanto, nella zona di Barberino-Tavarnelle nel Chianti fiorentino. E il 28 aprile scorso a perdere la vita era stato un giovane operaio di una ditta edile di proprietà del padre, Francesco Mannozzi, 31 anni, rimasto sepolto sotto il crollo del tetto di un vecchio rustico che stava ristrutturando con altri operai, nelle campagne di San Gimignano. La montagna di detriti non gli ha lasciato scampo, solo per miracolo un altro muratore che stava lavorando vicino non è stato travolto da pietre e calcinacci.