Il vociare convulso della Cop28 di Dubai è lontanissimo dal silenzio della Patagonia argentina. Da una parte prevale un turbine di parole che si inseguono e sovrappongono, dall’altra ad imporsi sono i suoni di fondo garantiti dagli infiniti paesaggi che si incontrano. Ascoltando con attenzione si nota che qualcosa è mutato anche nelle enormi distese che vanno dalla steppa patagonica al Parque Nacional Los Glaciares. Perché la percezione che il cambio climatico sia quotidianità è data non solo da quello che si vede, ma anche da ciò che si sente. È un’affermazione in cui ci si imbatte di sovente a...