Da domani acqua razionata in Sicilia. I volumi negli invasi Fanaco e Leone sono sotto il livello di guardia a causa della siccità così deve scattare il piano di razionamento delle forniture idriche definito dall’Autorità di bacino nei comuni serviti da Siciliacque. La portata verrà ridotta del 10% (a in alcuni casi del 15%) in 39 amministrazioni delle province di Agrigento, Caltanissetta e Palermo. Dal 12 gennaio saranno coinvolti anche 15 comuni del Trapanese.

Per mitigare la crisi ci sarà la trivellazione di un nuovo pozzo per attingere dalla falda del Favara di Burgio. Un secondo intervento riguarda il prelievo di maggiori quantità dalla diga Ragoleto, gestita dalla raffineria Eni di Gela, alla quale è stata già avanzata la richiesta. Infine Siciliacque interverrà per ripristinare tre vecchi pozzi di contrada Zacchia, abbandonati trent’anni fa dall’Ente acquedotti siciliani messo in liquidazione coatta dalla regione. Tra colossi privati entrati in Siciliacque (società per azioni partecipata al 75% da Idrosicilia, controllata da Italgas spa che ha rilevato nel 2023 il pacchetto di francese Veolia, e al 25% dalla regione), mancati investimenti (ma la priorità secondo il governo Meloni è il Ponte sullo Stretto) e crisi climatica, nelle case dei siciliani i rubinetti saranno intermittenti persino in un mese come gennaio.

Il caldo anomalo, secondo i siti meteo, sta però per cedere il posto al freddo e alla neve. Le temperature potranno scendere di 5/8 gradi sotto le medie del periodo. Va però considerato che, a causa del riscaldamento globale, una temperatura di 5/8 gradi inferiore alla media (che è calcolata sugli ultimi «caldi» trent’anni) è equivalente al valore normale che registravamo in inverno negli anni Settanta e Ottanta. La fine del caldo anomalo è una buona notizia ma la Coldiretti avverte: «Dopo un 2023 da record con una temperatura superiore di oltre un grado, il brusco abbassamento delle temperature con freddo e gelo notturno danneggerà le coltivazioni di verdure e ortaggi all’aperto in un inverno fino a ora bollente.

Lo sbalzo termico improvviso avrà inevitabilmente un impatto anche sull’aumento dei costi di riscaldamento delle produzioni in serra». Allerta maltempo arancione in Toscana e gialla in altre 12 regioni da Nord a Sud dopo un dicembre bollente, con la temperatura che è stata di 1,05 gradi superiore alla media storica nei primi undici mesi dell’anno secondo Isac Cnr, che lo classifica al secondo posto tra i più caldi dal 1800.

«L’arrivo del grande freddo – sottolinea la Coldiretti – colpisce le coltivazioni in campo come cavoli, verze, cicorie e broccoli, che reggono anche temperature di qualche grado sotto lo zero ma se la colonnina di mercurio scende repentinamente o se le gelate sono troppo lunghe si verificano danni. Il balzo dei costi per il riscaldamento delle serre farà impennare la bolletta». Inoltre, il gelo rischia di bruciare fiori e gemme di piante e alberi «dopo che il caldo anomalo di dicembre ha favorito il risveglio anticipato delle varietà più precoci di pesche e susine. I danni da siccità e maltempo all’agricoltura hanno superato nel 2023 i 6 miliardi».