«Chi verrà dopo Berdini? Stiamo lavorando per trovare una persona che parli di meno e lavori di più». È una Virginia Raggi al veleno quella che in mattinata arriva in Campidoglio. Nel primo pomeriggio si tiene la riunione di maggioranza del Movimento 5 Stelle, convocata per discutere del nuovo assessore. «Abbiamo tanti dossier, lo stadio, il piano di zona, i toponimi, tante cose su cui lavorare in modo costante», prosegue la sindaca.

Mentre il capogruppo Paolo Ferrara, che ieri era al vertice sullo stadio, cerca di costruire un ponte ideale, una linea di continuità tra il prima e il dopo questi giorni. «Le battaglie di Berdini sono state in parte anche quelle del Movimento 5 stelle, anzi sono ancora quelle del Movimento 5 stelle – dice Ferrara – Di volta in volta entreremo nel merito delle proposte cercando di tutelare il più possibile gli interessi dei romani».

Cosa è cambiato con l’apertura allo stadio? «Siamo sempre stati contro il cemento, ma ci sono delle opportunità che vanno comunque valutate», sostiene ancora Ferrara. I consiglieri negano che si stiano esaminando posizioni specifiche. «Non abbiamo ancora dei nomi – dice Enrico Stefàno – Penso che verranno trovati a giorni, entro la fine della settimana. Probabilmente saranno due». Cioè l’assessorato di Berdini verrà spacchettato in due deleghe: una per l’Urbanistica, l’altra per i lavori pubblici. Qualcuno tira fuori il nome di Chiara Tonelli, docente di tecnologia di architettura a Roma Tre, e di Alberto Coppola, urbanista della Federico II di Napoli. Nei giorni scorsi era caduta l’ipotesi di Carlo Cellammare, che peraltro ha anche firmato l’appello degli urbanisti a sostengo di Berdini.

Alla riunione partecipano anche i parlamentari Riccardo Fraccaro e Alfonso Bonafede, che a nome del gruppo di supporto del Movimento agli enti locali dall’ultima crisi di dicembre (quando venne arrestato Raffaele Marra) monitorano le operazioni e forniscono consulenza. Arrivano le lamentele della base, si spargono notizie di incontri e di documenti in arrivo. La linea, condivisa innanzitutto dai due emissari del M5S nazionale e dalla sindaca, è quella di negare che ci sia qualsiasi colata di cemento e semmai di affermare che si stanno cercando di limitare i danni di un accordo già giusto dalla precedente amministrazione.

Ecco perché arriva anche la copertura del blog di Grilo, che ospita un testo a firma Raggi. «Al nostro insediamento – è la versione della sindaca – ci siamo trovati con un progetto con una eccedenza di edificazione del 70 per cento in più rispetto a quanto previsto dal Piano regolatore generale. Chiaramente, essendo entrati in corsa, ci siamo trovati un iter già avanzato e quasi a conclusione che, in altre parole, significa: causa multimilionaria all’orizzonte che la società potrebbe intentare contro il Comune di Roma, per via degli atti amministrativi compiuti dalla giunta Marino in accordo col Pd che hanno creato i presupposti per il mancato guadagno».