A una fetta del mondo scolastico gli otto decreti attuativi della «Buona Scuola», in corso di approvazione in queste ore in parlamento, non piacciono affatto. Ieri Cobas, Anief ,Unicobas, Federata, Orsa, Cub e Usb hanno manifestato a Roma e in altre nove città, mentre allo sciopero indetto dai sindacati di base avrebbe partecipato un lavoratore su cinque. La polemica con la ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli è stata molto alta in queste settimane. E ieri la titolare di Viale Trastevere ha risposto ai cinquemila manifestanti che protestavano sotto il suo ministero e hanno concluso un corteo in piazza del Pantheon. «Dovrebbero sapere, visti anche i pareri delle commissioni sul decreto per il reclutamento e, in particolare, sulla fase transitoria, che stiamo puntando a reclutare e immettere nella scuola le persone che sono precarie e hanno superato i concorsi» ha detto Fedeli.

La risposta del portavoce dei Cobas scuola Piero Bernocchi non si è fatta attendere: «Questo sistema del reclutamento delinea un infinito percorso di quasi un decennio prima di entrare nella scuola – sostiene Bernocchi – Quello sul sostegno eleva i limiti attuali di studenti (20 per classe) in presenza di studenti “disabili” e mira a ridurre il numero degli insegnanti di sostegno, per delegare progressivamente tale attività all’intero personale docente». Opposizione totale al sistema dell’«alternanza scuola-lavoro»: una «forma sfacciata di apprendistato gratuito e inutile resa addirittura materia di esame alla maturità». I manifestanti hanno chiesto anche la cancellazione di due pilastri della renzianissima riforma: il «bonus» per i docenti «meritevoli» che sostituisce gli scatti di anzianità del contratto e la chiamata/assunzione diretta dei presidi-manager. Figura centrale del managerialismo d’impresa importato dal Pd nella scuola, il preside-manager è criticato anche per lo strapotere sull’organico triennale e sulla truffa di un «organico di potenziamento» che ingigantisce la conflittualità tra docenti. «Continueremo a rivendicare il diritto di assemblea per i lavoratori, a contrastare i presidi sceriffi» ha sostenuto Luigi Del Prete (Usb). «Ancora una volta – ha detto Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – il mondo dell’istruzione pubblica si è espressamente dichiarato contro quella che è stata definita la Buona Scuola, ma che alla resa dei conti non si è mostrata né giusta, né equa, né solidale».

Alte le adesioni allo sciopero nelle scuole palermitane. Numerose anche le scuole superiori disertate dagli studenti. A Torino una delegazione è stata ricevuta dal direttore dell’ufficio scolastico regionale. A piazza del Gesù a Napoli gli studenti hanno chiesto l’eliminazione dell«alternanza scuola-lavoro perché si traduce in un sfruttamento».