La prima volta fu nel 2019, quando stabilì la costituzionalità del diritto dei malati terminali italiani ad ottenere dal Sistema sanitario nazionale, in determinate condizioni, l’assistenza medica al suicidio. La seconda volta, nel febbraio 2022, dichiarò invece inammissibili i quesiti referendari sull’«eutanasia legale». Ora la Corte costituzionale si pronuncerà per la terza volta sul fine vita, e in particolare sulla questione sollevata dal Tribunale di Firenze che riguarda uno dei quattro requisiti richiesti dalla stessa Consulta per la non punibilità dell’aiuto al suicidio: la dipendenza del malato terminale da un «trattamento di sostegno vitale». IL CASO SU CUI la Gip...