Potrebbe essere l’inizio di un nuovo Dieselgate. Sotto la lente degli investigatori questa volta non c’è Volkswagen ma Fca. Nessun indagato, per ora, ma diverse perquisizioni nei confronti di società del gruppo sull’ipotesi investigativa, formulata dalla procura di Francoforte, di «frode in commercio». Il sospetto è che su alcuni modelli siano stati installati dispositivi di controllo del motore non conformi alla regolamentazione per «truccare» le immissioni di auto diesel. In condizioni reali di guida le emissioni sarebbero, infatti, superiori a quelle rilevabili in sede di omologazione.
Le perquisizioni sono state disposte, nell’ambito di una rogatoria internazionale, dalla procura di Torino in accordo con la procura di Francoforte, che sta indagando per analoga ipotesi di truffa sul mercato tedesco. Il coordinamento internazionale dell’operazione, che coinvolge anche la Svizzera, è stato possibile grazie a EuroJust, l’unità di cooperazione giudiziaria Ue.
La Guardia di finanza si è così presentata nelle sedi di Mirafiori e Lingotto a Torino e al Centro ricerche di Orbassano. Perquisiti anche uffici in Svizzera e Germania. Le indagini dovranno accertare se siano stati montati software in grado di manipolare la centralina di controllo dei cicli del motore, permettendo di tenere le emissioni inquinanti nei limiti di legge in fase di test di omologazione.
La richiesta di perquisizione rivitalizzerebbe un procedimento del 2017 della procura di Torino, quando sulla medesima questione furono fatte indagini che non portarono a risultati particolari. Un fascicolo, però, mai chiuso. Ora, la magistratura vuole approfondire l’analisi dei motori diesel della cosiddetta «Family B» (ovvero 1.3l Multijet, 1.6l Multijet e 2.0l Multijet) omologati Euro 5 ed Euro 6, utilizzati in modelli Alfa Romeo, Fiat e Jeep, e dei propulsori «Light Duty / Heavy Duty», utilizzati in modelli Fiat e Iveco (Cnhi). Fca, confermando le perquisizioni in diversi sedi che arrivano in un momento cruciale delle trattative tra Fca e Psa, ha detto di essersi «subito messa a disposizione degli inquirenti» fornendo «ampia collaborazione».