«Se le condizioni di detenzione dei palestinesi in custodia israeliana erano già molto preoccupanti prima del 7 ottobre 2023, la situazione è peggiorata drasticamente in seguito». Lo si legge nel rapporto pubblicato mercoledì dall’ufficio dell’Alto commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite (Ohchr), in cui viene fatta luce sugli abusi a cui i prigionieri palestinesi sono sottoposti.

SONO MIGLIAIA i palestinesi che, dall’inizio delle ostilità fino al 30 giugno 2024, sono stati arrestati arbitrariamente, detenuti segretamente e in “incommunicado”(in isolamento, privi di alcun contatto con l’esterno). Ignari delle accuse rivolte contro di loro, privati del loro diritto a un avvocato e a un processo, gli uomini e le donne – molti di loro minorenni – sotto custodia delle autorità israeliane sono vittime di orribili torture, riferisce l’Ohchr.

Secondo il rapporto, basato in parte sulle interviste fatte a ex prigionieri, lo stato dei detenuti «nelle strutture di detenzione militari sembra essere peggiore»: le testimonianze riportano «gravi aggressioni fisiche, attacchi e morsi di cani, minacce e insulti diffusi». Altre torture usate contro i detenuti Gazawi e della Cisgiordania sono l’annegamento simulato, l’elettroshock e la deprivazione del sonno.

Sia uomini che donne sono state vittime di violenza sessuale, riporta l’Ohchr: «Il 14 novembre 2024, le forze di sicurezza israeliane hanno arrestato un gruppo di studentesse universitarie palestinesi e le hanno portate a una centrale di polizia, dove alcune sono state aggredite sessualmente». In diversi casi, i prigionieri palestinesi sono stati sodomizzati e molestati. Lunedì, in seguito alla detenzione di 9 riservisti accusati di aver sodomizzato un prigioniero palestinese nella base militare di Sde Teiman, centinaia di manifestanti di estrema destra hanno fatto irruzione nella struttura, pretendendo la libertà dei soldati colpevoli di abusi sessuali.

Fra le migliaia di palestinesi che, bendati e ammanettati, sono stati prelevati a Gaza e portati in strutture di detenzione israeliane, «ci sono almeno 310 operatori sanitari arrestati in strutture mediche a Gaza», sottolinea il rapporto. Inoltre, «più di dieci mila lavoratori e pazienti Gazawi, che erano presenti legalmente in Israele il 7 ottobre, sono stati presi sotto custodia da Israele nei giorni seguenti». Si stima che 3.200 di loro siano stati rilasciati e trasferiti a Gaza, mentre sono sconosciute le sorti di circa mille.

DALL’INIZIO del massacro contro i palestinesi, almeno 53 detenuti Gazawi e della Cisgiordania sono stati uccisi dalle torture e dalle condizioni deplorevoli caratterizzanti le strutture detentive israeliane, riporta l’Ohchr. A oggi gli arresti continuano ostinati.
La Corte penale internazionale potrebbe avvalersi delle informazioni rivelate da questo rapporto per documentare i crimini di guerra e contro l’umanità perpetrati da Israele. Nel maggio scorso la procura della Corte dell’Aja ha chiesto un mandato di cattura per i leader di Hamas e Israele, fra cui il primo ministro Netanyahu.