La protezione speciale «è il tam tam che ci sta danneggiando: ’andate in Italia che lì possiamo starci come vogliamo’ Questo provoca un afflusso superiore a quello che possiamo permetterci. E’ un tam tam ideologico». Uscendo dal perimetro del suo ruolo istituzionale, che richiederebbe imparzialità, il presidente del Senato Ignazio La Russa interviene nel dibattito in corso a palazzo Madama sul decreto Cutro, contribuendo al tentativo della maggioranza di ridurre notevolmente, se non proprio di cancellare, la forma di protezione reintrodotta dal governo Conte 2.

La Russa parla da Milano proprio mentre in commissione Affari costituzionali di palazzo Madama il voto sugli emendamenti al testo procede a rilento, tanto che quasi certamente oggi il provvedimento – con cui la Lega spera di reintrodurre i decreti sicurezza – arriverà nell’aula del Senato senza relatore e con maggioranza e opposizioni che ripresenteranno tutti gli emendamenti, oltre ai due maxiemendamenti del governo che prevedono il potenziamento degli hotspot, la gestione di Lampedusa alla Croce Rossa, e nuove procedure per protezione ed espulsioni. «Ci saranno almeno 400-500 votazioni» ha spiegato ieri il presidente della Commissione Alberto Balboni (FdI).

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Tutto quindi si giocherà in aula. Governo e maggioranza hanno fretta di concludere visto che il decreto scade il 9 maggio e deve ancora passare l’esame della Camera prima e quello del Quirinale successivamente. Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega sono però convinti che dal Colle non arriveranno bocciature né altri rilievi, dopo quelli già fatti dal presidente Mattarella alla premier Giorgia Meloni dopo la strage di Cutro. L’attenzione è ancora una volta sulla protezione speciale che a destra tutti, dalla premier in giù, dichiarano di voler abolire o comunque ridurre. In questa direzione va anche il subemendamento presentato venerdì scorso dai tre partiti di maggioranza che smentiscono così possibili divisioni. Oggi pomeriggio, quando il decreto arriverà in aula, la Lega riproporrà comunque molti dei 21 emendamenti già presentati in commissione Affari costituzionali. A confermarlo è stato lo stesso capogruppo Massimiliano Romeo, spiegando come oltre che alla protezione speciale il Carroccio punta a intervenire anche su altri temi, come quelli «che riguardano il rientro di chi ha il diritto di asilo perché scappa dal paese che è in guerra e poi l’estate torna lì – ha detto Romeo -. Poi c’è il tema del Cpr. Ci sono tanti temi che devono essere affrontati. Sentiremo il governo: se ci darà un parere contrario valuteremo».

Intanto ieri nel corso di una maratona fiume cominciata al mattino e proseguita fino a notte, le opposizioni hanno illustrato in commissione una trentina degli oltre 300 emendamenti presentati. «Continueremo a spiegare perché sono emendamenti che noi crediamo migliorino questo decreto, in quanto siamo convinti che se non si provvederà a riscriverlo in maniera sostanziosa produrrà un unico effetto: aumentare il numero di coloro che sono irregolari», spiega nel pomeriggio il senatore dem Andrea Giorgis.

Di Italia e migranti si parlerà oggi pomeriggio anche al parlamento europeo. La plenaria di Strasburgo ha infatti accolto la richiesta presentata dal gruppo S&d, Verdi e Left per un dibattito intitolato «Dichiarazioni del Consiglio e della Commissione sulla necessità di solidarietà europea e di salvare vite umane nel Mediterraneo, in particolare in Italia». Analoga richiesta presentata dal Ppe è stata bocciata perché non menzionare i «salvare vite umane». «Sulla migrazione servono misure concrete di solidarietà verso l’Italia da parte degli altri Paesi Ue», ha detto ieri in un’intervista il capogruppo del Ppe Manfred Weber chiedendo anche che l’Ue finanzi la costruzione di muri ai suoi confini esterni.