Michele De Palma, segretario nazionale della Fiom, i tavoli di crisi al Mise sono bloccati da 45 giorni. Giorgetti aveva esordito ricevendo i lavoratori della Whirlpool di Napoli, poi niente. Cosa pensa della nuova gestione?
Il ministero è in una crisi di ruolo e competenze da molto tempo. Si alternano i governi ed ogni volta si ricomincia il confronto senza continuità di conoscenze e competenze che lo stato dovrebbe garantire visto che si realizzano accordi che prescindono dal ministro di turno. Fim, Fiom e Uilm hanno chiesto unitariamente di essere ricevute perché nell’automotive stiamo rischiando grosso. Il settore era già attraversato da una crisi di innovazione, investimenti e volumi che si è scaricata sui lavoratori, basta guardare quanto sta accadendo in Germania dove Volkswagen ha annunciato un piano di riduzione di 5 mila lavoratori.

Michele De Palma, segretario nazionale Fiom

Tra le crisi più urgenti c’è sicuramente Blutec. Dopo la beffa di Ginatta, la più lunga crisi industriale avrà uno sbocco? Le risulta l’interesse di Amazon per fare di Termini Imerese un magazzino per la Sicilia dell’ovest?
La Fiom ha chiesto al tribunale di Torino di essere parte civile nel processo che vede coinvolto l’ex proprietario della Blutec per il presunto utilizzo indebito dei fondi statali per la reindustrializzazione. In questi giorni i metalmeccanici si sono mobilitati per la riapertura del tavolo nazionale per ottenere risposte alle ipotesi manifestate sull’area. Per la Fiom il nodo centrale è la garanzia occupazionale e contrattuale dei lavoratori che lo Stato ha loro garantito con gli accordi. Nell’ultimo incontro al Mise abbiamo chiesto che nel capitale della società che dovesse rilevare lo stabilimento ci fosse la partecipazione pubblica a partire da Invitalia. Sull’interessamento Amazon non ci risulta nulla.

Anche il tavolo sull’automotive è fermo. Cosa vi aspettate dal governo Draghi?
Ci aspettiamo che faccia quello che i suoi predecessori non hanno mai fatto: incontri l’amministratore delegato di Stellantis e le organizzazioni sindacali per far partire un confronto per investire risorse del Pnrr per realizzare un piano industriale e occupazionale per la transizione ecologica, condivisa, sicura e digitale dell’auto. Stellantis sta decidendo ora il suo piano, lo stato non può arrivare a cose fatte come con tutti i governi precedenti. Se è “il governo dei migliori”, ha l’occasione per dimostrarlo.

Nel frattempo dopo un esordio di apertura verso i sindacati, l’ad di Stellantis Carlos Tavares ha dichiarato che gli stabilimenti italiani costano il doppio di quelli francesi e spagnoli. Non un buon segnale.
L’ad di Stellantis ha fatto riferimento ai costi industriali, su cui non si è aperto ad oggi un confronto di merito. La Fiom ritiene che i costi possono essere abbattuti con il pieno utilizzo degli stabilimenti oggi sottoutilizzati. È necessario un piano di rigenerazione attraverso la staffetta generazionale che investa sui giovani e sulle nuove competenze negli enti centrali.