E adesso? Adesso che Zohra non c’è più, dissolta, volata via, dispersa ai quattro angoli del mondo, che cosa possiamo fare? O anche, semplicemente, che cosa possiamo pensare? Questo nome-prisma, dai mille significati (alba, fiore, aurora, bellezza, Venere, dea della musica), dice poco o nulla, forse, dalle nostre parti. E invece nasconde una delle esperienze più «radicali» della storia recente. Della storia dell’Afghanistan, ma a ben pensarci della storia del mondo. Zohra è innanzitutto un’orchestra, nata a Kabul nel 2015. Un’orchestra diversa da tutte le altre, però: perché i trenta musicisti che l’hanno fatta nascere, sono in realtà musiciste: donne,...