Da giugno sono più di 600 – cifra aggiornata questo lunedì dal National Emergency Management Agency (Nema) – le persone che hanno perso la vita a causa delle peggiori inondazioni degli ultimi dieci anni in Nigeria, con oltre 2400 feriti e 1,5 milioni di sfollati. «Stiamo adottando tutte le misure necessarie per fornire soccorso alle persone colpite dalle inondazioni – ha affermato Nasir Sani-Gwarzo, funzionario del Ministero degli affari umanitari – ma le nostre risorse sono limitate e spesso non riescono a raggiungere tutti i luoghi colpiti dalle alluvioni».

Secondo i dati Nema «il maltempo ha colpito 31 dei 36 stati nigeriani, con più di 80mila case e 110mila ettari di terreni agricoli completamente distrutti», cosa che contribuirà ad aggravare la crisi alimentare di questi ultimi anni.
La scorsa settimana 76 persone sono morte nello stato di Anambra (sud-est), erano a bordo di una barca capovolta e affondata in seguito alle pesanti piogge che hanno ingrossato a dismisura il fiume Niger. L’agenzia meteorologica locale (NiMet) indica tra le concause anche «lo straripamento di diverse dighe in Nigeria e nel vicino Camerun» e avvisa che la situazione non migliorerà nelle prossime settimane.

L’Africa subsahariana è particolarmente colpita dai cambiamenti climatici e molte delle sue economie sono alle prese con le ripercussioni della guerra in Ucraina. In Nigeria, paese di circa 215 milioni di persone, i coltivatori di riso avvertono che le devastanti inondazioni di quest’anno faranno aumentare il prezzo esponenzialmente, con la produzione almeno dimezzata.

Secondo un recente report pubblicato dall’Ufficio Onu per gli affari umanitari (Ocha) in Africa Occidentale e Centrale «gli effetti dei cambiamenti climatici si manifestano con un aumento significativo delle temperature e della siccità, ma anche con inondazioni distruttive, con le temperature che stanno aumentando di 1,5 volte più velocemente che nel resto del mondo e con le inondazioni che sono quasi raddoppiate tra il 2015 e il 2020».

Il fenomeno in questi ultimi mesi non ha colpito solo la Nigeria: in Niger sono 160 le vittime e 230mila gli sfollati, in Camerun 48mila senzatetto e il nord isolato dal resto del paese, in Ciad oltre 230mila sfollati e in Sudan risultano 120 vittime e 250mila persone che hanno dovuto lasciare le loro case.

«L’emergenza climatica è un pericolo per la pace – ha affermato Martha Pobee, sottosegretario generale per l’Africa presso l’Onu – visto che il continuo passaggio da siccità a inondazioni provoca conflitti tra agricoltori e allevatori per l’accaparramento delle risorse, aumenta il rischio di ingerenze da parte dei gruppi jihadisti e accresce la carestia in un’area dove oltre 29 milioni di persone dipendono dall’assistenza umanitaria». (stefano mauro)