Il senso comune corrente è che Putin, dopo essersi formalmente assicurato la sua permanenza al Cremlino sino a quando lo vorrà, ha dato per scontato che i suoi avversari dentro il Cremlino si sarebbero rassegnati. Sbagliava nel credersi capace di controllarli. Il tentato spettacolare avvelenamento del suo oppositore, il più mediaticamente amato dai liberal occidentali, è un pugno in faccia sferrato mentre stava cercando di mettere fuori gioco Lukashenko. La domanda è: chi sono i suoi avversari e quali fini hanno? Le risposte sono molte e in contraddizione l’una con l’altra. Vi sono quelle che riguardano contrasti tra le élite...