La cura, la fatica, la rabbia, la ribellione, il canto. Sembra paradossale mettere insieme la finanza che cerca profitto su tutto (la vita, la vecchiaia, la malattia, la morte) e la poesia di un coro femminile. I due concetti stridono perché uno vampirizza il corpo, mentre l’altro, il canto, il corpo lo libera. Eppure sta proprio in questa apparente divaricazione la forza del documentario Armotonta menoa-Hoivatyön lauluya (Rutheless Times-Songs of Care) diretto da Susanna Helke e musicato, aspetto importantissimo, da Anna-Mari Kähärä. Girato in Finlandia e presentato in prima mondiale al Festival di Locarno nella sezione Semaine de la Critique,...