Oscurata dalla sfida delle europee, l’8 e il 9 giugno ci sarà anche quella in oltre 3700 comuni, quasi la metà dei municipi italiani. Per eleggere i nuovi sindaci, saranno chiamati al voto 16,8 milioni di elettori, che si troveranno in mano, oltre a quella per le europee, anche la scheda per le comunali. Di questi, 29 sono capoluoghi di provincia: 6 lo sono anche di regione, da Bari a Cagliari, Firenze, Perugia, Potenza e Campobasso.

Le sfide cruciali sono quelle di Bari e Firenze, governate da sindaci uscenti del Pd (Decaro e Nardella) ora candidati in Europa. Ma pesano anche le partite di Bergamo (anche qui l’uscente dem Giorgio Gori corre per un seggio a Bruxelles), Cagliari (l’uscente Paolo Truzzu di Fdi è stato sconfitto a febbraio alle regionali dai giallorossi), Pescara (governata da un uomo di Forza Italia), Potenza e Perugia, entrambe guidate fin qui dalla destre. C’è poi la partita emiliano romagnola: il centrosinistra nella regione si presenta ovunque unito ai 5S, deve difendere le roccaforti di Modena, Reggio-Emilia e Cesena e tentare di recuperare Ferrara e Forlì, che 5 anni fa furono conquistate dalle destre. Nel complesso Pd e M5S sono alleati in circa due terzi dei capoluoghi al voto: oltre a quelli emiliani, anche in Sardegna, Perugia, Pescara, Campobasso, Pesaro, Lecce e Prato.

A Bari le inchieste giudiziarie, che hanno toccato alcuni consiglieri di maggioranza e portato alle dimissioni dell’assessora regionale Pd Maurodinoia e al rimpasto della giunta Emiliano, hanno portato al divorzio tra Pd e M5S-sinistra (Conte decise di annullare le primarie previste per il 7 aprile). E così ora il fronte progressista si presenta con due candidati, che erano anche gli sfidanti ai gazebo: Vito Leccese per Pd, Verdi e Azione e Michele Laforgia, sostenuto da M5S, Si e altre forze civiche. La destra ha scelto il leghista Fabio Romito che sogna di arrivare al ballottaggio. Laforgia e Leccese hanno assicurato che, in caso di secondo turno, uniranno le forze.

Anche a Firenze la genesi delle candidature è stata molto complicata. L’attuale maggioranza che governa palazzo Vecchio si è divisa in tre: il Pd con Verdi-sinistra, Azione e + Europa sostiene l’assessora uscente Sara Funaro; la ex dem Cecilia Del Re corre in proprio; solitaria anche Italia Viva con Stefania Saccardi. Poi ci sono i 5S che, all’ultimo minuto (e dopo una infinita discussione interna) hanno deciso di correre da soli con Lorenzo Masi e il candidato più a sinistra Dmitrij Palagi, sostenuto da Potere al polo e Prc (Tomaso Montanari e la sua associazione si sono chiamati fuori dalla sfida). La destra corre con Eike Schmidt, ex direttore degli Uffizi e ora ai vertici del museo di Capodimonte a Napoli: il suo obiettivo è tenere aperta la partita fino al ballottaggio, sfruttando le divisioni nell’altro campo. Gli ultimi sondaggi lo danno sotto il 30%.

Anche a Bergamo dem e grillini corrono divisi. Dopo i dieci anni di governo di Giorgio Gori, il Pd si affida all’ex parlamentare Elena Carnevali, mentre il centrodestra schiera l’avvocato Andrea Pezzotta, legale della famiglia di Yara Gambirasio, già assessore all’Urbanistica nell’ultima giunta di centrodestra. I 5 stelle candidano Vittorio Apicella, insegnante in una scuola cittadina.

A Cagliari si torna alle urne dopo le regionali di febbraio. La sfida è tra due omonimi: l’ex sindaco Massimo Zedda per il centrosinistra e Alessandra Zedda (Forza Italia, ex vicepresidente della giunta regionale guidata da Christian Solinas) per il centrodestra. Con Massimo Zedda è schierato tutto il fronte progressista che ha portato alla vittoria della governatrice Alessandra Todde: a suo favore pesa il fatto che, nel comune di Cagliari, alle regionali di febbraio la coalizione di Todde ha vinto col 53%, mentre Truzzu che era sindaco della città si è fermato al 34%.

A Pescara va in onda il secondo tempo delle regionali di marzo: i giallorossi con Carlo Costantini (già deputato di Italia dei valori e appena fuoriuscito da Azione) sfidano il sindaco uscente di Fi Carlo Masci, favorito nei sondaggi. Alle regionali però nel Comune di Pescara il candidato di sinistra Luciano D’Amico (sostenuto anche da formazioni centriste che ora corrono da sole) si è affermato con il 52% contro il 47% delle destre. Per Masci non vincere al primo turno sarebbe un grosso problema. Fronte giallorosso unito anche a Campobasso con la candidata Maria Luisa Forte, provveditrice agli studi; il centrodestra punta su Aldo De Benedittis.

A Perugia il centrosinistra ha una occasione di riscatto dopo dieci di governo di destra con Andrea Romizi. L’attuale assessora all’Urbanistica Margherita Scoccia (Fdi) corre per le destre; a sinistra c’è Vittoria Ferdinandi, direttrice di «Numero zero», ristorante che impiega persone che soffrono di disturbi mentali (per questo insignita nel 2021 del titolo di Cavaliere dell’ordine al merito della Repubblica). Con lei un fronte largo che comprende Pd, M5S, verdi-sinistra, Azione. Italia Viva e altre forze centriste sostengono Massimo Monni, per la lista Pci, Perugia contro guerra e neoliberismo corre l’ex parlamentare di Rifondazione Leonardo Caponi.

A Potenza i progressisti, divisi in tre tronconi, si preparano a un bis della recente sconfitta alle regionali. Le destre candidano il leghista Francesco Fanelli, sostenuto anche da Azione e renziani, come il governatore Bardi. Il Pd non schiera il proprio simbolo proprio per le divisioni interne: una parte dei dem (con Salvatore Margiotta e Pietro Lacorazza) sta con Vincenzo Telesca; un’altra fetta del Pd sostiene, insieme e a M5S e Verdi, Pierluigi Smaldone; Basilicata Possibile schiera Francesco Giuzio. L’unica chance per le forze alternative alla destra è che il leghista Fanelli non sfondi al primo turno, in modo da potersi riunire al ballottaggio. I numeri delle regionali di aprile non sono confortanti: nel Comune di Potenza la destra ha vinto con 20 punti di distacco.

Più rosea la situazione in Emilia Romagna, dove quasi ovunque c’è una larga coalizione che comprende Pd, M5S e sinistra. A Cesena il giovane sindaco uscente Enzo Lattuca dovrebbe farcela al primo turno contro Marco Casali (Fdi). A Modena corre l’ex assessore regionale alla Cultura Massimo Mezzetti, Pd, sostenuto da un campo larghissimo dai 5S fino ad Azione. Il principale sfidante è Luca Negrini, imprenditore, di Fdi. Alleanza molto larga anche a Reggio Emilia a sostegno del medico Marco Massari, salita alla ribalta cittadina negli anni del Covid. Contro di lui la destra schiera l’avvocato Giovanni Tarquini, che ha difeso il sindaco di Bibbiano Andrea Carletti durante il noto processo (cosa che ha fatto storcere il naso a Fdi).

Il centrosinistra gioca “fuori casa” a Ferrara e Forlì, governate dalle destre dal 2019. Nella città estense il candidato del campo largo (senza Iv) è Fabio Anselmo, avvocato dei casi Cucchi e Aldrovandi, civico. Suo il compito di sfrattare dopo 5 anni il sindaco leghista Alan Fabbri, uno dei primi a conquistare un capoluogo nella regione rossa. Stesso schema a Forlì dove Graziano Rinaldini (dirigente cooperativo e attivo nella protezione civile) sfida il sindaco Gian Luca Zattini, sostenuto da tutto il centrodestra.

A Pesaro tocca al consigliere regionale Pd Andrea Biancani tentare di prendere il testimone di Matteo Ricci, alla guida della città per 10 anni: è sostenuto da una coalizione che comprende dem, Avs e 5S. Il centrodestra ha scelto l’ex vicecommissario di polizia Marco Lanzi.

Altra sfida degna di nota è quella di Lecce, dove il sindaco al primo mandato Carlo Salvemini è sostenuto da centrosinistra e 5S. Un esponente grillino contrario all’intesa, Alberto Siculella, ha deciso di correre in proprio. Le destre hanno scelto l’usato sicuro schierando Adriana Poli Bortone, già sindaca dal 1998 al 2007. A Livorno il sindaco uscente Luca Salvetti, indipendente di centrosinistra, corre per il secondo mandato sostenuto da Pd e Avs; M5S con Rifondazione e altre forze di sinistra hanno scelto Valentina Barale. Le destre puntano sull’ex giornalista del Tirreno Alessandro Guarducci. A Caltanisetta il sindaco uscente Roberto Gambino è del M5S e sarà sostenuto anche da Sud chiama Nord di Cateno De Luca. Il centrodestra presenta Walter Tesauro.