Più repressione per i giovani, pugno di ferro sul piccolo spaccio e sul consumo di sostanze, zero risorse per percorsi rieducativi o assistenziali sociali, e una serie di norme che introducono nuove fattispecie di reato, salvano interessi privati o si prestano bene alla funzione di foglia di fico, spesso con scarsa o nessuna attinenza al contesto e agli obiettivi sbandierati che avrebbero dovuto giustificare la necessità e l’urgenza del decreto Caivano. Il testo di conversione in legge del dl 123 per il «contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile, nonché per la sicurezza dei minori in...