Mentre al Campidoglio hanno ripulito i muri e sostituito i vetri rotti, gli esperti avvertono che gli appelli alla violenza, dopo mercoledì, si sono intensificati in vista del giorno dell’inaugurazione, quando il presidente-eletto Joe Biden presterà giuramento come comandante in capo.

“Questi suprematisti bianchi, questi estremisti di destra , si sentono incoraggiati in questo momento – ha detto alla Cnn Jonathan Greenblatt, CEO della Anti-Defamation League – Ci aspettiamo che la violenza possa solo intensificarsi, prima di sparire”.

In pratica, nonostante gli arresti, ciò che è successo il 6 gennaio è visto come un successo, dall’estrema destra trumpiana, intenzionata a cavalcare il momento.

Per l’ultima domenica dell’era Trump, il 17 gennaio, è prevista la nuova dimostrazione di forza, e le località specificate includono nuovamente il Campidoglio degli Stati Uniti e il Mall di Washington, lo Utah Capitol a Salt Lake City, Pittsburgh e Columbus, Ohio. Alcuni eventi sono previsti in tutti i 50 Stati, tra cui una “Marcia armata in tutte le capitali”.

Sul sito di treeofliberty.me, si parla, senza ironia di una “pacifica marcia armata. La più grande protesta in difesa dei diritti e le libertà di tutte le persone negli Stati Uniti. In ogni capitale di ogni Stato degli Stati Uniti e nella capitale federale di Washington DC, ai partecipanti viene chiesto di arrivare armati di cartelli, dispositivi che producono suoni, discorsi programmati e qualsiasi abbigliamento renda la loro dichiarazione più significativa”.

Stando a quanto visto solo pochi giorni fa non è un quaadro rassicurante.

Per il 20 gennaio la protesta tornerà a concentrarsi a Washington con la Milion Militia March, titolo ben poco rassicurante.

NANCY PELOSI VERSO L’IMPEACHMENT

Per tutte queste ragioni la speaker democratica della Camera Nancy Pelosi continua ad andare dritta verso la preparazione del secondo impeachment di Trump, ed ha comunicato ai Dem di tenersi pronti per tornare a Washington già questa settimana.

“Dobbiamo salvare la nostra democrazia. E’ assolutamente essenziale che chi ha compiuto l’attacco alla nostra democrazia sia ritenuto responsabile – ha scritto Pelosi ai deputati democratici – Deve essere riconosciuto che questa profanazione è stata istigata dal presidente”.

Iniziano ad arrivare adesioni anche dal Gop; Lisa Murkowski e Patrick Toomey sono i primi senatori repubblicani a unirsi pubblicamente alla moltitudine di richieste di dimissioni di Trump.

MIKE PENCE TRA 2, O MOLTI FUOCHI

Se Pelosi ha ben chiaro cosa vuole fare e come, chi, invece, è in una pessima e incerta posizione è il vicepresidente Pence.

Dopo essere stato per 4 anni il migliore e strenuo alleato di Trump, è ora visto come il peggior nemico, tanto che per lui la base trumpiana invoca l’impiccagione.

 

Il reato commesso da Pence è quello di non aver voluto fare carta straccia della Costituzione ed aver convalidato il risultato delle elezioni vinte da Biden. La base non gliel’ha perdonato, ma nemmeno Trump l’ha fatto, tanto che Trump e Pence non si sono ancora parlati dopo l’assalto al Congresso.

Ma se l’impeachment è una mossa che compete al capo della Camera, quindi a Pelosi, l’invocare il 25° emendamento è quella nelle mani del vicepresidente, cioè di Pence, il quale tentenna, ed ha dichiarato di voler avere tale opzione a disposizione qualora Trump diventasse (ancora) più instabile, come riferiscono i media

Usa, precisando che l’entourage di Pence teme che, ricorrendo al 25° emendamento o andando a un nuovo impeachment, Trump possa intraprendere azioni (ancora più) sconsiderate, mettendo a rischio la nazione.

OGGI COMINCIANO LE MANOVRE

Per mettere fine a questa fase di possibilissimo, la proattiva Pelosi ha dichiarato che oggi la Camera tenterà di approvare una risoluzione con consenso unanime, chiedendo ufficialmente al vicepresidente Mike Pence e al gabinetto di Trump di invocare il 25° emendamento e rimuovere The Donald dall’incarico.

Se la risoluzione non dovesse passare per consenso unanime, come è sicuro, vista la resistenza repubblicana, il provvedimento sarà votato martedì ed a Pence verrà richiesto di rispondere entro 24 ore.

“Dopo di che – ha spiegato Pelosi – procederemo con la presentazione dei capi di accusa sull’impeachment”.

Una fine rapida, contro una fine lunga e ancora più dolorosa