C’è la prima inchiesta sulle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026 ed è un classico dei grandi eventi: corruzione e turbativa d’asta. Gli indagati sono l’ex amministratore delegato della Fondazione Milano-Cortina Vincenzo Novari, l’ex dirigente della Fondazione Massimiliano Zuco e l’ex rappresentante legale della Vetrya, ora Quibyt, Luca Tomassini, che si era aggiudicata l’incarico per lo sviluppo dei servizi digital delle Olimpiadi.

L’INCHIESTA è della Procura di Milano, coordinata dai pm di Milano Francesco Cajani e Alessandro Gobbis, e dall’aggiunto Tiziana Siciliano. Ieri mattina i militari del nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza hanno fatto perquisizioni negli uffici della Fondazioni Milano-Cortina per acquisire documentazione. Perquisiti anche gli uffici della società Deloitte, subentrata alla Vetrya/Quibyt. I fatti contestati si riferiscono al periodo marzo 2020-marzo 2021, Novari ha ricoperto la carica di Ad della Fondazione tra il 2018 e il 2022. La Fondazione Milano-Cortina è un ente controllato dal Coni, dalle regioni Lombardia e Veneto e dai comuni di Milano e Cortina. Novari e Zuco sono accusati di aver ricevuto soldi, non ancora quantificati, e una Smart da Tomassini per favorire «l’affidamento delle gare relative al cosiddetto ecosistema digitale di Fondazione» e in particolare: lo «sviluppo delle Piattaforme Web e Mobile», i «servizi licensing Office 365, Hosting in Cloud e Operation» e la «implementazione Microsoft Azure Information Protection».

Dal decreto di perquisizioni emergono chat Whatsapp dove Tomassini ringrazia per le «cortesie» fatte verso la sua società. Agli atti ci sono fatture emesse da Vetrya e Quibyt, le due società amministrate da Tomassini, nei confronti di Fondazione Milano-Cortina per importi non inferiori a 1.895.346,60 euro. Secondo la ricostruzione dei pm milanesi Tomassini, prima con Vetrya e poi con Quibyt, avrebbe quindi ottenuto affidamenti diretti per quasi due milioni di euro, in cambio di soldi e benefit di vario tipo a favore di Novari e Zuco. Tra gli avvenimenti oggetto dell’indagine c’è anche il presunto tentativo di pilotare il televoto per la scelta del logo di Milano-Cortina 2026. Massimiliano Zuco avrebbe fatto pressioni su Luca Tomassini affinché uno dei due loghi relativi all’evento al centro di un televoto avesse la meglio sull’altro.

LA GUARDIA DI FINANZA ha perquisito non solo gli uffici milanesi della Fondazione Milano-Cortina, ma anche quelli di Deloitte, società subentrata alla Vetrya/Quibyt nella gestione dei servizi digitali. Il decreto di perquisizione precisa che sul sito MilanoCortina2026.olympics.com dal 29 aprile 2024 non c’è più «alcun legame tecnologico con Quibyt» e che di contro è comparso da quel giorno un riferimento alla Deloitte in quanto «sponsor tecnico». La rivista Altreconomia un anno aveva pubblicato un’inchiesta denunciando che Deloitte si era vista affidare da Fondazione Milano-Cortina servizi tecnologici per 176 milioni di dollari senza gara. Il Procuratore di Milano Marcello Viola in una nota ha precisato che «nessun dirigente e/o dipendente attuale della Fondazione è ad oggi indagato».

IL PD HA CHIESTO al governo di riferire in parlamento. «Il ministro Abodi si attivi immediatamente per fare piena luce sulla gestione degli investimenti funzionali all’organizzazione dei Giochi olimpici invernali Milano-Cortina 2026. Quanto emerge non va sottovalutato, mentre l’indagine giudiziaria farà il suo corso, chiediamo al Governo di riferire in parlamento sulle modalità organizzative», ha commentato il responsabile nazionale Sport del Pd Mauro Berruto. Il capogruppo dem in Regione Lombardia Pierfrancesco Majorino ha chiesto al presidente della giunta lombarda Fontana un consiglio regionale straordinario. Anche per il M5S serve «una commissione ad hoc». Il segretario del Prc milanese Matteo Prencipe mette insieme questa inchiesta e quella sui grattacieli: «È sconvolgente come si sia ridotta la nostra città. Prima indagini sulle palesi violazioni delle più elementari norme edilizie, con l’amministrazione comunale compiacente. Ora è il turno delle inutili e dannose Olimpiadi invernali 2026 – dice – che non aiutano i cittadini, ma a quanto parrebbe alimentano il solito sottobosco di corruttela».