I veri funerali di Alexei Navalny sono le proteste in suo onore. Erano iniziate subito dopo la notizia della morte in carcere venerdì scorso e, seppur in modi non eclatanti e un po’ alla spicciolata, continuano tuttora: ieri l’associazione per i diritti umani Ovd-info ha riferito di almeno 27 persone arrestate in diverse città della Russia per aver deposto dei fiori ai memoriali dedicati all’oppositore di Vladimir Putin. A queste si aggiungono altre due persone fermate dalla polizia alle manifestazioni organizzate dal gruppo di madri e mogli di soldati al fronte, che da ormai cinque mesi conducono la loro personale battaglia affinché ci sia una maggiore rotazione nelle fila dell’esercito e i propri cari possano far ritorno dall’Ucraina (dove, secondo un’approfondita ricerca congiunta dei media indipendenti Meduza e Mediazona appena aggiornata, ne sarebbero morti almeno 75mila). Il secondo anniversario dell’invasione rischia dunque di rivelarsi inaspettatamente turbolento per il presidente russo: la repressione non spegne del tutto i focolai di dissenso e dietro l’angolo ci sono le elezioni (in mezzo agli arresti di ieri, anche quattro giornalisti).

In più Lyudmila Navalnaya, la madre di Alexei, non sembra intenzionata a far passare sotto silenzio le continue irregolarità e omissioni che riguardano la salma del figlio – che le è stata consegnata solo nel tardo pomeriggio di ieri. Stando ai resoconti suoi e degli avvocati dell’oppositore, le autorità penitenziarie avevano dato una sorta di ultimatum perché i familiari accettassero una forma di funerale «in segreto» oppure il corpo di Navalny sarebbe stato sepolto nella stessa colonia sul Mar Artico in cui era imprigionato e in cui è deceduto. Pare inoltre che sia stato mostrato alla madre un certificato che stabilisce la morte per «cause naturali». La vedova Yulija Navalnya intanto si è spinta ad accusare Putin di «satanismo» e «paganesimo», puntando il dito sul fatto che la tanto sbandierata vicinanza del presidente russo alla chiesa ortodossa si sia dimostrata con questa vicenda un vicinanza opportunistica e di facciata. «Sta violando qualsiasi legge, sia umana che divina», ha detto echeggiando in qualche modo Antigone.

Ironia della sorte, nel momento in cui il sistema della giustizia russa si trova al centro dell’attenzione, è morto nella notte fra ieri e l’altro ieri il capo della corte suprema del paese Vyacheslav Lebedev – in carica dal 1991. Insomma, tutti hanno qualcuno o qualcosa da commemorare: venerdì anche Putin ha deposto la sua corona di fiori presso la tomba del milite ignoto, sotto le mura del Cremlino, in occasione della giornata dedicata alle forze armate. Ad accompagnarlo il ministro della difesa Sergei Shoigu che, secondo la Tass, il giorno successivo sarebbe andato a incontrare gli ufficiali operativi in Ucraina per discutere gli sviluppi di quella che, ancora dopo due anni, in Russia viene definita «operazione militare speciale».