Per le elezioni regionali del prossimo 25 febbraio Rifondazione comunista è schierata nella Coalizione sarda guidata da Renato Soru. Insieme con il Prc, dell’alleanza fanno parte Azione, +Europa, l’Unione popolare cattolica, Progetto Sardegna (la formazione di Soru), Alleanza sarda e democratica (nata da una scissione dentro il Pd) e i partiti indipendentisti Liberu e Indipendentzia Repubrica de Sardigna. Il segretario regionale di Rifondazione, Enrico Lai, spiega le ragioni della scelta.

Prima di passare con Soru Rifondazione ha provato a mettere insieme, con Potere al Popolo e alcune sigle indipendentiste, un polo alternativo sia alla destra sia alla coalizione guidata da Pd e 5S. Perché quel tentativo è fallito?
Non è fallito. Per realizzare l’obiettivo abbiamo dovuto prendere un’altra strada. Coalizione sarda è un’alleanza politica alternativa sia allo schieramento di centrodestra sia a quello di centrosinistra. Tiene insieme la sinistra di classe con il mondo indipendentista, passando per una sinistra progressista. Dispiace la miopia nella lettura della fase storica attuale di alcuni nostri compagni di viaggio. Abbiamo provato sino all’ultimo a tenere quelle forze politiche dentro un percorso condiviso, con una consultazione democratica dal basso. Ci è stato risposto di no.

Su quali contenuti di programma avete fatto l’accordo con Soru?
È un accordo elettorale di desistenza fondato su punti qualificanti. Sul piano del merito Soru rompe sia con il campo largo Pd-M5S sia con la destra populista, due poli che su questioni come le privatizzazioni della sanità, il disinvestimento sulle politiche attive del lavoro e l’alimentazione dei conflitti armati non solo la pensano nella stessa maniera, ma hanno amministrato e amministrano in perfetta sintonia. Soru invece ha il merito di proporre con chiarezza un programma incentrato sulla difesa della cosa pubblica in campi come sanità, istruzione e beni comuni. Avendo diretta conoscenza delle nostre battaglie politiche storiche per avere già governato con noi, Soru riconosce in Rifondazione una forza politica capace di proporre contenuti importanti.

Con Soru siete stati al governo della Sardegna nel 2004-2009. Come andò?
Stringemmo un’alleanza che prevedeva tra gli obiettivi di programma, poi tutti realizzati, il Piano paesaggistico a difesa delle coste, la pubblicizzazione del comparto dell’acqua, la cacciata degli americani dalla base della Maddalena, provvedimenti contro la dispersione scolastica e per l’alta formazione. Oggi il Prc porta in dote una legge regionale, già pronta, per introdurre livelli di reddito minimo contro la disoccupazione e l’inoccupazione. L’isola attraversa una fase di impoverimento economico, con alti tassi di disoccupazione e un’ampia diffusione di lavoro povero. La legge che noi proponiamo ha come obiettivo l’incremento dei salari e la creazione di nuovi posti di lavoro. Altro punto fondamentale è la pubblicizzazione del settore energetico come strumento centrale di governo della transizione. Oggi in Sardegna troppi territori sono martoriati dalla speculazione delle multinazionali private del sole e del vento. La proposta, contenuta nel programma di Coalizione sarda, di un’agenzia pubblica (regionale) che gestisca gli interventi in accordo con le comunità locali e che governi la produzione, la trasformazione e la distribuzione dell’energia è un punto centrale. Permetterebbe, tra l’altro, di avere utili consistenti da reinvestire in scuole e ospedali pubblici.

La coalizione guidata da Todde sostiene che le liste raccolte intorno a Soru rompendo il fronte del centrosinistra fanno il gioco delle destre. Cosa rispondete?
È vero l’esatto contrario. M5S e Pd hanno abbracciato neoliberismo e politiche di privatizzazione e non si segnala ad oggi alcun un passo indietro. Passo che sarebbe stato essenziale per battere le destre, invece che esserne un’emanazione perdente.