È necessario approfittare dell’attuale, sconclusionato, dibattito intorno al «reddito di cittadinanza» penta-leghista per rifiutare i crampi dell’immaginazione e sfidare le miserie, governative ed economiche, del presente. Perché il reddito di base, nell’auspicabile percorso evolutivo dal reddito minimo garantito al reddito universale e incondizionato, è da intendersi prima di tutto come lo strumento di sicurezza sociale all’altezza delle attuali forme di vita nelle economie capitalistiche, come in parte lo furono l’istituzione dell’assistenza pubblica e della previdenza sociale, fino al precedente ciclo degli Stati sociali nazionali. Qui si vuole anche affermare, con nettezza, che il reddito di base non deve essere inteso...